Un borgo del 1400 nel cuore delle Marche ha mantenuto perfettamente il suo aspetto rinascimentale guadagnandosi l’opportunità di entrare a far parte dei borghi più belli d’Italia.
Hai presente quegli affascinanti quadri rinascimentali dove sono rappresentati scorci di scenari urbani incantevoli ed elegantissimi nella loro semplicità? Ecco, il borgo di cui ti stiamo per parlare sembra proprio venuto fuori da un’opera Quattrocentesca.
In fondo, non a caso, si trova in provincia di Pesaro e Urbino, città dove il Rinascimento ha raggiunto il suo vertice. Proprio da queste parti lasciarono il segno del loro passaggio grandi artisti come Piero della Francesca o il celebre Raffaello. Ma questa è un’altra storia.
Nel cuore delle Marche, dicevamo, si trova questo splendido borgo del Quattrocento e questa è la sua storia.
Montefabbri, il borgo del 1400 nel cuore delle Marche
Da poco è stato inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia e non è difficile capire il perché. Le sue bellezze urbanistiche e culturali sono rimaste immutate nel corso del tempo a partire dall’anno della sua nascita.
Si pensa che il primo agglomerato urbano si sia sviluppato nei dintorni dell’antica pieve di San Gaudenzio, tra il IX e il X secolo. É però nel XIII secolo che i primi feudatari del paese, i Fabbri, costruirono il nuovo castello con tanto di mura di cinta, ponte levatoio e fossato.
Nel corso del tempo Montefabbri fu poi conteso da due fazioni contrastanti fra loro: i Malatesta e i Montefeltro.
Dopo circa un secolo di rivalità e attacchi da parte dell’una e dell’altra dinastia, nella seconda metà del Quattrocento iniziò un lungo periodo di pace e prosperità per Montefabbri e i suoi abitanti che durò fino a quando nella seconda metà del Settecento il paese venne annesso a Urbino.
Montefabbri fortunatamente ha resistito poi anche ai bombardamenti del Secondo Conflitto Mondiale e oggi conserva ancora il suo aspetto originario del Quattrocento.
Visitare Montefabbri e tutte le sue bellezze
Montefabbri è uno di quei borghi d’Italia dove camminando tra le sue viuzze si ha la sensazione di essere catapultati indietro di secoli. Tutto è perfettamente conservato e in ogni angolo della cittadina permane quell’atmosfera affascinante ed elegante tipica dell’epoca rinascimentale.
Al borgo si accede dalla Porta Urbica, un tempo l’unico accesso al castello. L’ingresso conserva ancora l’arcata originale, mentre la rampa d’accesso sostituisce il ponte levatoio medievale di un tempo.
L’unico elemento aggiuntivo è rappresentato da un bassorilievo della Madonna del latte che nel 1600 è stato posizionato sulla parte superiore del portale.
Dalla via principale, posta davanti alla Porta Urbica, si arriva poi in una delle piazzette più importanti del paese dove si affaccia la Chiesa di San Gaudenzio che secondo le documentazioni storiche è tra le quattro pievi più antiche di Urbino.
La Pieve di San Gaudenzio, risale al VII-VIII secolo ed è la vera protagonista di Montefabbri. Tutto all’interno è un susseguirsi di opere decorative d’impatto, eseguite con la tecnica della scagliola in bianco e nero.
In una delle sue cappelle si trovano custodite le spoglie di Santa Marcellina, alla quale è dedicata la festa religiosa del paese che si svolge nel mese di luglio. Proprio durante l’ultima domenica di questo mese, i cittadini portano le reliquie della santa in processione in una teca per le vie del borgo.
All’esterno della pieve si trova poi anche la maestosa torre campanaria del XV secolo con i suoi venticinque metri di altezza.
Originariamente possedeva cinque campane, ma la quinta è stata nel corso del tempo eliminata a causa del troppo peso che gravava sulla struttura. Oggi le campane presenti sono quattro, ognuna delle quali suona una specifica nota: re, sol, la e si.
L’arte a Montefabbri
Poco fuori Montefabbri si trova poi una significativa e grande scultura dell’artista Gianni Calcagnini. L’opera prende si chiama Il pensiero è più veloce dell’azione ed è di grande impatto.
Con i suoi 10 metri di lunghezza per i 6 metri d’altezza, questa struttura in ferro nasconde un significato importante. Parla di un leggendario cavallo arabo, figlio del vento e quindi indomabile.
Questo spirito libero e selvaggio viene rappresentato con un amazzone aggrappato alla criniera, mentre salta il globo. Con i piedi ben saldi a terra, la testa che guarda avanti e la posizione che indica la corsa verso nord, la scultura rappresenta un bellissimo simbolo di libertà.
Questa opera però non è la sola. Calcagnini ha anche realizzato in piena pandemia la grande scultura Verso nuovi lidi, un’oca migratrice che spicca il volo, simbolo di speranza e forza.
Infine, nei pressi di Porta Urbica si trova anche la Big Bench. Anche a Montefabbri sono arrivate le panchine giganti, frutto di un progetto volto a far vivere un’esperienza d’osservazione unica con la sensazione di essere tornati bambini.