Scoperta in Trentino, ritrovati 48mila messaggi antichi: il significato è leggendario

Una scoperta ed una ricostruzione davvero emozionante che arriva dal Trentino. Ben 48mila messaggi antichi. Scopriamo insieme dove sono stati lasciati ed il loro significato.

Scoperta in Trentino
Scoperta in Trentino – viaggi.nanopress.it

Nel cuore del Trentino custoditi per moltissimi anni fino ad arrivare ai giorni nostri. L’incredibile storia di oggi affonda le radici nel lontano 1400. Per ricostruirla è servito il duro lavoro e la collaborazione di diversi enti ed esperti, che nei giorni scorsi hanno finalmente potuto presentarne il risultato al grande pubblico. Quanto restituiscono nelle mani di tutti noi è davvero di grande valore, oggi ve lo raccontiamo.

Scoperti in Trentino 48mila messaggi antichi, ecco di cosa si tratta

Innanzitutto è necessaria una precisa localizzazione geografica, essendo il Trentino una terra molto bella ed altrettanto vasta. La storia di oggi inizia nella bella Val di Fiemme una delle principali delle Dolomiti.

Qui troviamo un gruppo montuoso nelle vicinanze di Tesero, un piccolo comune di poco più di 2000 abitanti in provincia di Trento. Si chiama Monte Cornòn o Monti Cornacci che dir si voglia, e da moltissimi anni custodivano un bellissimo ed importante segreto, finalmente venuto alla luce.

48mila-messaggi-antichi
48mila messaggi antichi – viaggi.nanopress.it

Sulle pareti rocciose del Monte Cornòn un gruppo di esperti ha rintracciato, fotografato e raccolto ben 48mila messaggi lasciati dai pastori a partire dalla metà del 1400. Come? Sono scritte fatte utilizzando il “bol de bessa”, ovvero dell’ocra rossa facilmente rintracciabile sui monti.

Dal 1400 ad oggi, le testimonianze dei pastori del Monte Cornòn

Portando a pascolare le pecore sui monti, questi uomini si adoperavano per lasciare queste scritte, in una sorta di vogliamo chiamarla staffetta? Un’attività protratta così nel tempo da arrivare a questa incredibile cifra.

Molto interessante è la modalità di scrittura. Una volta procuratisi l’ocra rossa, erano in grado di fissarla sulla parete (ecco come queste testimonianze sono giunte intatte fino a noi) grazie al latte che potevano ricavare facilmente dagli animali che portavano al pascolo, creando una miscela mescolata con rami di ginepro. Uno dei messaggi ritrovati è antichissimo, si potrebbe datare tra il 1430 ed il 1470.

monte-cornòn
Monte Cornòn – viaggi.nanopress.it

La stessa ocra rossa in antichità veniva utilizzata per “marchiare” il manto delle pecore. Messaggi importanti che raccontano la vita di queste persone lungo ben cinque secoli e aiutano sicuramente a mettere dei tasselli circa la vita agreste di quegli anni nella zona Trentina. Un lavoro importantissimo quello di ricostruzione.

Il lavoro di raccolta e studio dei 48mila messaggi antichi in Trentino

A raccontare di questa scoperta sono gli stessi autori nell’ambito di un incontro presso il METS – Museo etnografico trentino San Michele. Ed è proprio al METS che si deve questo importante risultato, avendo permesso ricerche durate molti anni.

La principale curatrice del progetto è Marta Bazzanella, studiosa proveniente proprio dallo staff del Museo, che raccoglie il frutto del suo lavoro in un volume “Le scritte dei pastori. Etnoarcheologia della Pastorizia in Val di Fiemme”. Ad affiancarla durante la conferenza di stampa di annuncio anche Federico Troletti, storico dell’arte e anche lui membro del METS ed Enrico Cavada, archeologo e membro della Soprintendenza per Beni Culturali della provincia autonoma di Trento.

la-curatrice-marta-bazzanella
La curatrice Marta Bazzanella – viaggi.nanopress.it

La Dottoressa Bazzanella ha spiegato che il volume presentato, conseguente all’enorme lavoro di ricerca voluto dal METS è arrivato a compimento grazie alla collaborazione di diverse istituzioni, iniziando dal Bacino Imbrifero Montano dell’Adige. Non solo, anche grazie alla Comunità territoriale della Val di Fiemme e alle Amministrazioni comunali dei territori cui il Monte Cornòn appartiene. Il comune di Tesero, ma anche Panchià, Predazzo, e Ziano di Fiemme.

Ad aiutare Bazzanella nel documentare ben quattro secoli di “corrispondenza” agreste anche Silvia Dal Piaz e Ovidiu Tanase, che hanno svolto l’imponente lavoro di raccolta fotografica.

Il volume “Le scritte dei pastori. Etnoarcheologia della Pastorizia in Val di Fiemme” è disponibile per l’acquisto presso la sede dello stesso METS, ma è anche ordinabile online dalla casa editrice che se ne occupa, “All’insegna del Giglio”.

Impostazioni privacy