L’Egitto, con una storia che sembra provenire dalle viscere di un’antichità ancora inesplorata e intatta nei suoi più profondi misteri, è di nuovo protagonista di un’importante scoperta archeologica: a Luxor è venuta alla luce la porta del tempo.
La città di Luxor, splendida meta del turismo internazionale tra resti archeologici e la polvere che avvolge un paesaggio fatto di polaroid dalla bellezza struggente e invincibile, è teatro di una nuova scoperta archeologica.
Tra gli sguardi attoniti degli archeologi a Luxor è emersa una massiccia porta in pietra.
Realizzata in granito rosso, apparteneva alla tomba di User, un consigliere faraonico al servizio della regina Hachepsut.
La porta è stata rinvenuta a Luxor nei pressi del tempio di Karnak e sembra risalire a circa 3500 anni fa.
Perchè porta del tempo? Il nome così evocativo sembra provenire dal significato simbolico a lei connesso.
Sembra che la porta fosse considerata dagli antichi egizi un passaggio per l’aldilà. Alta 175 centimetri e con una larghezza pari a 50 centimetri, gli stipiti alla sommità presentano estratti di testi religiosi, insieme ai titoli di User, prefetto e principe.
Se di recente l’Egitto, terra che ospita alcune tra le città più antiche al mondo, era stato protagonista della scoperta di alcune tombe a Giza, con la venuta alla luce della porta del tempo di Luxor promette sicuramente nuove immersioni nella storia dell’archeologia.
Peccato che i fondi previsti per questa importante materia di indagine siano sempre più tagliati e impoveriti, con grave danno dei giovani ricercatori…