Scatta il divieto di pesca in Italia, non puoi più farlo in questa zona: l’ordinanza

Divieto di pesca in Italia: per l’estate 2023 le normative del Regolamento Mediterraneo dell’UE hanno stabilito quali specie ittiche non possono più essere pescate. Ecco quali e da quando.

Divieto di pesca in Italia
Divieto di pesca in Italia – viaggi.nanopress.it

Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma arriva un momento preciso dell’anno in cui scatta un divieto estremamente rigoroso che appunto vieta la pesca di alcune specie di pesci e animali marini in determinate aree.

Anche per l’estate 2023 è arrivato il momento del fermo pesca, una normativa a dir poco essenziale per il benessere degli ecosistemi e del mare che mette in pausa i pescherecci per uno specifico arco di tempo.

Fermo pesca 2023 per garantire gli equilibri degli ecosistemi marini

Non tutti i pesci si possono pescare e non sempre l’attività di pesca è consentita. Questi periodi di attività-inattività sono fondamentali per garantire un equilibrio salubre per il mare e per tutti i suoi abitanti.

La pesca intensiva infatti da tempo mette a dura prova il ciclo riproduttivo di alcuni pesci che rischiano di vedere decimate le proprie popolazioni. Proprio per questo l’Unione Europea ha deciso di fare qualcosa, introducendo una normativa che possa regolare l’attività dei pescherecci.

Vediamo quindi nello specifico cosa prevede il Regolamento Mediterraneo dell’UE.

Divieto di pesca in Italia nel Mediterraneo: tutte le aree interessate e le specie coinvolte

In tutto il bacino del Mar Mediterraneo scatta il divieto di pesca per numerose specie quali:

  • corallo rosso;
  • gambero viola e gambero rosso;
  • gambero rosa mediterraneo;
  • nasello;
  • scampo;
  • triglia di fango.
Divieto di pesca in Italia
Divieto di pesca in Italia – viaggi.nanopress.it

Nell’area adriatica non si possono invece pescare sardine, scampi, naselli, sogliole, triglie di fango, acciughe e gamberi rosa.

Il gambero rosso e il gambero viola, inoltre, sono tutelati in particolare presso il Canale di Sicilia, l’area dello Ionio e il mare di Levante.

Spostandoci verso lo Stretto di Gibilterra, invece, i pescherecci dovranno fermare la pesca dell’occhialone, mentre i pescatori che svolgono la propria attività nel Mar Nero dovranno rinunciare a rombi chiodati e spratti.

Nessun divieto infine per il pesce azzurro, il pesce spada, le orate, le sogliole, le vongole e le cozze, e le spigole che invece possono continuare a essere tranquillamente pescate dalle piccole imbarcazioni.

Le date in cui vige il divieto

Il fermo pesca per l’estate 2023 ha già avuto inizio in alcune aree d’Italia, mentre in altre deve ancora fare il suo ingresso. Nello specifico, ecco le date in cui vige il divieto da tenere a mente:

  • dal 29 luglio al 9 settembre per le zone sulla costa adriatica, in particolare da Trieste ad Ancora e da Manfredonia a Bari;
  • dal 19 agosto al 24 settembre per le aree comprese tra San Benedetto del Tronto e Termoli;
  • a partire dal 4 settembre fino al 3 ottobre per la costa ionica da Brindisi a Reggio Calabria (Bagnara Calabra esclusa);
  • dall’1 al 30 ottobre per i porti delle città di Genova, Imperia, Savona, La Spezia, Marina di Carrara, Viareggio, Livorno, Porto Ferraio, Gaeta, Napoli, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Salerno, Vibo Valentia, Gioia Tauro, Bagnara Calabra, Milazzo, Palermo, Trapani, Cagliari, Oristano, Porto Torres, La Maddalena e Olbia.

L’importanza del fermo pesca

Il periodo di fermo viene applicato in alcune aree marittime per regolare la pesca e preservare la biodiversità degli ecosistemi.

Fermo pesca 2023
Fermo pesca 2023 – viaggi.nanopress.it

Durante la pausa viene vietata la cattura di determinate specie ittiche o di tutte le specie per un certo periodo dell’anno. Queste misure di conservazione sono adottate per diverse ragioni.

Durante alcuni periodi dell’anno molte specie ittiche si riproducono o si trovano in un momento particolare del loro ciclo vitale. Il fermo pesca serve a proteggere le specie in questo momento cruciale, consentendo loro di riprodursi e garantendo il rinnovamento delle popolazioni.

Limitando la pesca in determinati periodi, si evita poi la pesca eccessiva che potrebbe mettere a repentaglio la sostenibilità delle attività di pesca a lungo termine.

Le misure di fermo pesca contribuiscono inoltre a mantenere l’equilibrio dell’ecosistema marino, permettendo alle specie marine di svolgere i propri ruoli nell’ambiente senza l’interferenza eccessiva dell’attività umana.

Garantire la sostenibilità delle risorse ittiche è quindi estremamente importante non solo per il mare, ma anche per l’economia e per tutte quelle comunità che dipendono principalmente dalla pesca.

Divieto di pesca in Italia: una risposta alla pesca intensiva

Il fermo pesca rappresenta una modalità con la quale frenare le conseguenze disastrose della pesca intensiva.

Si tratta di una pratica decisamente non sostenibile che consiste nella cattura di grandi quantità di pesce da un’area specifica da parte dei pescherecci, senza dare il tempo necessario alle popolazioni coinvolte di riprodursi.

Divieto di pesca
Divieto di pesca – viaggi.nanopress.it

Questo tipo di pesca può portare a diverse problematiche ambientali e socio-economiche:

  • Esaurimento delle risorse. La pesca intensiva può portare alla riduzione drastica delle popolazioni di pesce, a volte fino al punto di esaurimento delle risorse ittiche. Ciò comporta una perdita irreparabile per l’ecosistema marino e mette a rischio la sostenibilità dell’industria della pesca.
  • Danni all’ecosistema marino. La pesca intensiva può anche causare danni diretti e indiretti agli habitat marini, come la distruzione dei fondali marini attraverso l’utilizzo di attrezzi da pesca dannosi.
  • Impatti sulle specie non target. Questa attività spesso coinvolge specie diverse da quelle che sono il principale obiettivo della pesca. Ciò porta alla cattura accidentale di delfini, tartarughe marine, uccelli marini e altre specie marine, mettendo a repentaglio la loro sopravvivenza.

Per affrontare la pesca intensiva e garantire una gestione sostenibile delle risorse ittiche, le normative di stop forzato della pesca possono fare la differenza così da proteggere gli ecosistemi e tutelare le specie che abitano i nostri mari.

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