Una storia che ha dell’incredibile e che arriva direttamente dall’Egitto. Apre un’antica tomba dopo 600 anni e subito dopo si ammala. Scopriamo insieme i dettagli di questo incredibile racconto.
L’Egitto è una terra affascinante e misteriosa, dove spesso quello che sappiamo della storia della sua antica civiltà, si intreccia con leggende e racconti. Soprattutto quando si parla di piramidi ed antiche tombe scendono in campo una serie di credenze folcloristiche relative agli aspetti più “magici” della questione. Antiche maledizioni, storie incredibili. Non a caso l’immaginario attorno a questa terra ha favorito molto il lavoro di fantasia di scrittori per l’editoria ed il cinema. La storia di oggi sembra arrivare da una di queste produzioni ed invece è assolutamente reale.
Apre un’antica tomba dopo 600 anni e successivamente si ammala, cosa è accaduto?
Potrebbe sembrare l’incipit di un film hollywoodiano ambientato in Egitto, quello di un uomo che apre un’antica tomba dopo 600 anni, per poi accusare strani e preoccupanti malori. Colpito da un’istantanea maledizione? Ha forse scatenato l’ira di qualche antica divinità o di qualche prestigioso defunto?
L’uomo di cui parliamo di chiama Ramy Romany. Forse il nome non vi dirà molto eppure è una vera celebrità per gli appassionati di documentari storici. Romany è un egittologo, regista e documentarista egiziano, autore di diverse produzioni per canali come Discovery e History Channel, la maggior parte appunto dedicate all’antico Egitto.
La vicenda incredibile è del 2019, ma Romany l’ha raccontata solo di recente ad alcune testate giornalistiche straniere. L’egittologo si trovava nelle vicinanze del Cairo, impegnato nelle riprese del programma tv Mummies Unwrapped. La produzione prevedeva l’apertura ed esplorazione di una tomba chiusa da almeno 600 anni.
Ebbene Romany e la sua troupe si sono spinti fin nelle profondità dell’antico sepolcro, una costruzione davvero imponente che ha richiesto diverso tempo per essere esplorata tutta. Sul momento tutto bene, ma quello che il regista non poteva immaginare è quanto accaduto successivamente.
Tornato in albergo al Cairo, Romany ha immediatamente iniziato a mostrare malesseri vari, peggiorando di ora in ora. Nella notte picchi di febbre fino a 40 gradi, tosse fortissima con sangue, dolori articolari invalidanti.
La strana malattia di Ramy Romany
Se fossimo in un film ambientato in Egitto, potrebbe quasi sembrare la conseguenza di una tremenda maledizione scatenata dall’apertura del sepolcro, abbattutasi sull’ignaro esploratore. Romany nel raccontare la vicenda ha spiegato di non credere affatto alle storie folcloristiche che da sempre si tramandano attorno a piramidi e sepolcri.
Eppure tutt’oggi non ha saputo spiegare lo spaventoso rischio corso. “Abbiamo respirato quantità elevatissime di polvere, ho avuto anche delle allucinazioni“, ha spiegato. L’uomo è stato immediatamente trattato dai medici con una cura a base di antibiotici e cortisonici, che fortunatamente hanno avuto l’effetto sperato.
La spiegazione più probabile che i medici sono riusciti a dare, è che spesso all’interno di queste strutture chiuse per così tanto tempo, si trovano alte concentrazioni di agenti patogeni di origine fungina, che con l’umidità e lo scarso passaggio dell’aria proliferano in maniera esponenziale.
Romany dunque è vivo per miracolo, grazie al tempestivo intervento ed intuizione circa la profilassi da parte dei soccorritori. La questione delle maledizioni relative all’apertura delle tombe è legata anche alla storia della tomba di Tutankhamon, che ormai trascorsi diversi anni, è ormai considerata una trovata pubblicitaria del Times, che ne seguì le fasi di ritrovamento ed apertura.
Secondo la leggenda infatti, tutti coloro che parteciparono a questo incredibile ritrovamento morirono come punizione per aver profanato il riposo del leggendario faraone. Il sepolcro venne aperto grazie al lavoro dell’archeologo Howard Carter nel 1922. La spedizione era finanziata da Lord George Carnarvon.
A contribuire alla diffusione di questa credenza, il fatto che effettivamente Carnarvon morì un anno dopo dall’apertura, a causa di una misteriosa puntura di insetto, che erroneamente tagliata con un rasoio da barba gli provocò infezione, polmonite e decesso. Carter ed il suo collaboratore Arthur Mace morirono invece rispettivamente 17 e 6 anni dopo il 1922. A far scalpore il fatto che fossero entrambi molto giovani, così come altri membri dell’equipe, alcuni di appena 60 anni.
Insomma è il caso di dire che se di maledizione si è trattato, Romany gli è scampato per poterlo raccontare!