Facce note di politici o corpi svestiti di pin-up: Ryanair non sembra avere troppi riguardi quando si tratta di farsi pubblicità. Stavolta però, di fronte a uno spot il cui doppio senso sconfina nel maschilismo da giornaletto proibito, una hostess ha deciso di alzare la voce e far bandire l’immagine incriminata. E così Ghada, l’agguerrita sostenitrice di “Cabin crew against sexism” (assistenti di volo contro il sessimo), ha assoldato un rinomato studio di avvocati e dato il via a una petizione, già arrivata ad 8000 firme, contro quella fanciulla procace che promette ai viaggiatori tariffe e assistenti di volo da far sciogliere ogni resistenza.
Ultimo arrivato di una serie di spot decisamente indiscreti (da Berlusconi che cerca scappatelle low-cost a Bossi con l’ormai celebre dito medio alzato, a Sarkozy e Carla Bruni sposini che scrutano il cielo, per non parlare del sexy calendario 2012, una carrellata di vistose hostess discinte), quest’ultimo, uscito per ora solo in Gran Bretagna, ha fatto traboccare la pazienza di molti. Armata di indignazione e solidi avvocati, Ghada ha dichiarato alla compagnia di Michael O’Leary che la professionalità sua e dei suoi colleghi non intende farsi mettere alla berlina dall’esca facilona di una pubblicità ammiccante. E soprattutto, che né lei né i firmatari della petizione sono disposti ad accettare che una fanciullona in reggiseno rosso lasci passare, sotto al suo sorriso svampito, l’idea che le hostess di volo siano carne a disposizione dei passeggeri.
Istigazione alle molestie, dunque: questa l’accusa. E se il buon senso non dovesse bastare, si può sempre sperare che il timore di qualche risarcimento milionario spenga i bollenti spiriti della Ryanair e dei suoi pubblicitari.