Era a 7 metri di profondità, sul fondo del mare in mezzo al Golfo del Messico. Una scoperta che ora entrerà nella collezione di un museo.
Quello che noi vediamo del nostro pianeta adesso non è niente di quello che, anche solo 10.000 anni fa era visibile. E più si va indietro nel tempo più ci stupiremo di scoprire che dove ora camminiamo ci si trovava a metri e metri di profondità e che alcune montagne neanche esistevano, mentre ce n’erano altre a contorno di laghi e fiumi che ora sono solo un ricordo.
E come è cambiata la geografia del pianeta ovviamente sono cambiate le creature del pianeta che lo abitano e lo hanno abitato. Per questo motivo questa scoperta, avvenuta a circa 7 metri di profondità nel Mare della Florida, aiuta a scrivere un tassello importante del nostro passato.
Altro che tesoro dei pirati
Quando si pensa al mare ai fondali marini si pensa sempre che i tesori che si devono trovare sott’acqua sono quelli dei galeoni spagnoli affondati dai pirati oppure le navi mercantili andate incontro a un triste destino a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Tante volte è così.
Ma i fondali dei mari, che prima non erano fondati dei mari spesso, nascondono anche altri generi di tesori, tesori che fanno felice la comunità scientifica nel suo complesso. Uno degli ultimi ritrovamenti è avvenuto circa un paio di mesi fa proprio nel Golfo del Messico. A farla Alex Lundberg che collabora con Meg Goddess Designs.
Meg Goddess Designs si occupa principalmente di raccogliere e utilizzare per scopi artistici denti di squalo ma è chiaro che le esplorazioni che vengono fatte sui fondali a volte portano in superficie ben più dei denti di qualche predatore. È successo proprio a Lundberg che è risalito da 7 metri di profondità con una zanna dal peso di circa 30 kg.
Una zanna appartenuta a una creatura che è vissuta negli Stati Uniti tra un periodo compreso tra 4 milioni di anni fa e 10.000 anni fa. Una creatura particolare: il mastodonte. Simile al mammut ma non imparentato con esso. Ad attribuire la zanna al mastodonte americano proprio Lundberg che di fossili se ne intende.
Cosa fare in queste situazioni?
Quello che Lundberg ha fatto una volta recuperato questo ingombrante reperto fossile è stato quello che tutti dovrebbero fare in circostanze simili: il reperto è infatti stato consegnato al museo di storia naturale della Florida.
Ma cosa fare in una situazione simile in Italia? Prima di rispondere a questa domanda è bene rispondere ad un’altra domanda: come si possono condurre esami e campagne di scavo in Italia? La risposta a questa parte è più facile.
Per quello che riguarda le ricerche archeologiche e tutto ciò che si trova nel Codice dei beni culturali e del paesaggio non è possibile fare nulla se non si è parte del Ministero. Non si possono quindi intraprendere campagne di scavo private nel giardino di casa. Nel caso di ritrovamento fortuito quello che viene trovato va segnalato alla sovraintendenza.