Allarme lanciato dal Governo per il nostro Mediterraneo: “Non c’è più tempo da perdere”. Alla chiamata di Mattarella hanno risposto i capi dello Stato di Croazia, Slovenia, Grecia, Malta e Portogallo.
Il problema del cambiamento climatico attanaglia il nostro pianeta già da diversi anni. Gli effetti disastrosi scaturiti da questo fenomeno sono sotto gli occhi di tutti: ondate di calore straordinarie, incendi e aree sempre più a rischio desertificazione ne sono d’esempio.
Questi pericoli tuttavia sono destinati ad aumentare e a verificarsi sempre con più frequenza se non si interviene subito, specie in un’area del mondo che pare essere la più colpita. Quella del Mediterraneo.
L’allarme lanciato dal Governo mette sul tavolo il problema della crisi del clima nel Mediterraneo
Qualche giorno fa, finalmente, a unirsi alle voci degli scienziati è stato anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha lanciato un appello importantissimo. Il comunicato si può trovare sul sito del Quirinale e ha coinvolto non solo l’Italia, ma anche i Paesi di Slovenia, Croazia, Grecia, Malta e Portogallo. I presidenti di ciascuno di questi territori europei, infatti, hanno tutti firmato la nota.
Ciò che si richiede è semplice: adottare politiche che possano contrastare e contenere il cambiamento climatico, sensibilizzare maggiormente la popolazione su questa tematica, ed essere d’ispirazione per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente.
A spingere il Presidente a questo appello è stato il mese di luglio appena trascorso. Gli scorsi giorni, infatti, sono stati protagonisti di un’ondata di calore mai vista prima in questo periodo, e ha coinvolto moltissime zone di tutta Italia.
L’Organizzazione metereologica Internazionale ha monitorato costantemente le temperature globali, settimana dopo settimana, e ha costatato come quest’ultime siano arrivate a superare la soglia di 1,5° C sopra il livello preindustriale.
Cosa significa? Significa che la colonnina di mercurio è schizzata al di là dei limiti che la Terra dovrebbe mantenere per evitare conseguenze più gravi dovute al cambiamento climatico.
Secondo le stime di Copernicus, a luglio 2023 la temperatura globale è stata in media di 16,95°C. Avrebbe battuto quindi il precedente record, detenuto dal 2019, di 16,63°C.
L’innalzamento delle temperature nel Mediterraneo
L’aumento generale delle temperature si fa sentire di conseguenza anche in mare, dove le acque stanno letteralmente bollente. A soffrire di più è il nostro Mediterraneo, per cui il Presidente della Repubblica ha lanciato l’allarme.
Già qualche mese fa la missione Copernicus aveva indicato che la temperatura dell’acqua era salita di ben 3°C rispetto alla media, causando effetti negativi sull’ecosistema marino e sulla vita che ospita.
Oggi continuano a confermare questa tendenza dei nostri mari “a ribollire” gli studi degli esperti. Secondo il biologo marino della Fondazione Acquario di Genova, Antonio di Natale, il Mediterraneo possiede oggi una temperatura media di 28°C. La sua superficie raggiunge inoltre in alcuni punti persino i 30°C.
Gli impatti sulla fauna marina, inutile dirlo, sono disastrosi. Alcune specie cambiano completamente abitudini e si spingono a temperature più profonde per sopravvivere, mentre altri addirittura migrano in altre zone per trovare condizioni più favorevoli.
Quest’ultimo elemento spiega la presenza delle sempre più numerose specie aliene nel Mediterraneo che minacciano la biodiversità locale e rappresenta un grosso problema.
L’allarme lanciato dal Governo per il Mediterraneo invaso dalle specie aliene
Le specie aliene, anche chiamate specie invasive o non native, sono organismi viventi che vengono introdotti in un ecosistema diverso dal loro habitat naturale. Queste specie possono avere effetti significativi sugli ecosistemi locali, spesso causando impatti negativi sulla biodiversità, sull’economia e sulla salute umana.
Nel contesto del Mar Mediterraneo, l’invasione di specie aliene è diventata un problema sempre più rilevante negli ultimi decenni. Il Mediterraneo è uno dei mari più ricchi di biodiversità al mondo e presenta una grande varietà di habitat, dalla costa alle profondità marine. L’arrivo di specie non native può destabilizzare gli equilibri ecologici, competendo con le specie native per risorse come il cibo.
Ci sono diversi modi in cui le specie aliene possono essere introdotte nel Mar Mediterraneo:
- Scarichi di acqua di zavorra delle navi: Le navi spesso accumulano acqua di zavorra in una zona e la rilasciano in un’altra. Questa acqua può contenere uova, larve o organismi adulti che vengono introdotti in nuovi habitat.
- Acquacoltura: L’importazione ed esportazione di organismi acquatici per l’acquacoltura può portare all’introduzione di specie invasive.
- Canali e vie d’acqua artificiali: La costruzione di canali e altre vie d’acqua artificiali può creare nuove vie di dispersione per le specie aliene.
- Trasferimento accidentale: Le specie aliene possono essere trasportate accidentalmente attraverso imbarcazioni, attrezzature da pesca, attività turistiche e altri mezzi umani.
Si può ben capire, quindi, come il cambiamento climatico avvii una reazione a catena che finisce per coinvolgere ogni aspetto del pianeta e ogni sua forma di vita, nessuna esclusa. É quindi ora, adesso più che mai, di agire, per salvare non solo la Terra, ma anche noi stessi.