Gli scavi archeologici in corso in una regione italiana, lasciano emergere i resti di una villa romana. In questi giorni gli esperti hanno condiviso aggiornamenti sui reperti rinvenuti: sono di 2000 anni fa.
Continuano le grandi scoperte archeologiche nel nostro paese in questo 2023. Da gennaio sono stati rivelati o aggiornati i risultati di scavi in corso in diverse zone del nostro territorio. Reperti a volte inaspettati in alcuni casi, ritrovamenti che si cercavano da tempo in altri. Si tratta per la maggior parte di reperti risalenti all’epoca romana che aiutano a mettere sempre più tasselli su abitudini e vita quotidiana di questo straordinario popolo che tanto ha influenzato il nostro paese. La scoperta di questi giorni è avvenuta in una regione molto amata.
Rinvenuti resti di una villa romana, ecco di che si tratta
Ci troviamo in Abruzzo, in una zona nota come Contrada San Pietro di Tollo. Si tratta di una frazione del Comune di Tollo in provincia di Chieti, un piccolo centro a 150 metri di altitudine, sulle cui origini si dibatte da anni.
La scarsità di reperti archeologici rinvenuti in questa zona ha sempre fatto pensare infatti a una fondazione risalente attorno all’XI secolo. Negli ultimi anni però il ritrovamento di alcuni Dolia romani ora conservati nel Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, e successivamente di una villa romana, hanno portato le istituzioni a ripensarne le origini. Ed il territorio di San Pietro di Tollo è diventato territorio di interesse archeologico.
La scoperta di oggi è avvenuta infatti nell’ambito di alcuni scavi preventivi all’interno di un’azienda vitivinicola di nome Feudo Antico. In questa zona erano già noti i resti di una villa romana fin dal 2013, che però ultimamente ha riservato ulteriori sorprese.
Se tra il 2016 ed il 2020 la villa è stata oggetto di restauro per proteggerne ed integrarne il contenuto all’interno di Feudo Antico, nel 2021 ulteriori scavi portano alla luce i resti di un pavimento in mosaico ed intonaco ottimamente conservato. Altri reperti appartenenti alla villa romana risalenti al VI-VII sec. d.C. che fanno pensare che il luogo sia stato utilizzato per moltissimi anni.
La villa romana di San Pietro di Tollo, i reperti di 2000 anni fa
Le ricerche attualmente in corso sono gestite dalla Soprintendenza ABAP. Gli archeologi ipotizzano che la struttura sia stata inizialmente eretta attorno al I secolo a.C. e poi arricchita negli anni a venire.
La presenza di materiali in ceramica collocabili temporalmente più avanti, così come il pavimento in mosaico e degli scavi concentrici attorno ai dolia (contenitore in terracotta per lo stoccaggio di liquidi o cibi), suggeriscono la presenza di vita in quell’edificio anche in epoca imperiale. Non solo, probabilmente i dolia rivenuti sono stati utilizzati anche in epoca medioevale per la conservazione di materiale agricolo.
La parte più interessante degli scavi però è quella che riguarda il rinvenimento di due cisterne, di dolia e di una vasca di decantazione. All’interno addirittura dei semi risalenti a ben 2000 anni fa.
I reperti agricoli, le valutazioni degli esperti
Stando a questi scavi gli esperti si dicono dunque convinti che 1000 anni dopo la sua costruzione, qualcuno abbia continuato ad utilizzare le attrezzature agricole all’interno di questa villa.
Presumibilmente qui si produceva vino o olio. Ipotesi formulata grazie al rinvenimento di un piano inclinato ed una zona che sembra essere il fondo di una vasca in cui recuperare il materiale di spremitura. Gli esperti sono certi che nelle vicinanze si trovava la macchina per queste operazioni, il cosiddetto “turculario”.
Tornando invece ai semi, si tratterebbe di leguminose. Ora l’equipe composta tra gli altri dall’archeologa Anna Dionisio, effettuerà dei campionamenti per poterli collocare temporalmente, confermando provengano davvero da 2000 anni fa.
Nel frattempo la Soprintendenza ed il Sindaco di Tollo, Angelo Radica, ribadiscono come questi rinvenimenti gettino nuova luce sull’area in provincia di Chieti, e che occorre ora adottare nuove strategie per tutelare il territorio, a questo punto di grande valore ed interesse archeologico.
Dal canto loro, i proprietari di Feudo Antico sono entusiasti. Dimostratisi da subito disponibili a collaborare con le autorità in questa scoperta avvenuta nella loro azienda, sono emozionati nello scoprire che come loro, i romani in questo stesso territorio praticavano l’antica arte della spremitura.
La villa romana attualmente fa parte di un progetto che la integra all’interno di Feudo Antico, restaurata ed in questo modo fruibile al pubblico. Feudo Antico gli dedica un’intera sezione dell’aggiornato sito web alla voce “Archeo-Enologia”.