Una nuova specie rilevata di recente, incuriosisce moltissimo i ricercatori. Un dettaglio incredibile in particolare sta attirando moltissimo l’attenzione. Vediamo di che si tratta.
Quando si sente parlare di nuove specie e soprattutto di qualcosa che scatena la curiosità o preoccupa gli scienziati, finiamo per preoccuparcene moltissimo. Soprattutto a margine dei recenti eventi storici e della pandemia. L’idea magari di entrare in contatto con qualcosa di infetto o che possa contagiare, come il caso recente di nuovi tipi di zanzare e zecche, non ci entusiasma affatto. La notizia di oggi però è a lieto fine e potrebbe aiutare i ricercatori a risolvere un problema.
Una nuova specie scoperta di recente incuriosisce i ricercatori.
Per essere assolutamente precisi parlare di una nuova specie non è propriamente esatto. La scoperta di cui parliamo riguarda un esemplare già noto e molto diffuso in tutto il pianeta. Possiamo dire che ognuno di noi ci è entrato in contatto almeno una volta nella vita.
Possiamo però dire che si tratta di una sua variante, di cui mai fino ad ora si era avuta notizia. Parliamo delle vespe. Insetti di estetica sicuramente affascinante, ma non particolarmente amatissimi: sanno essere davvero fastidiosi e talvolta purtroppo pericolosi.
Quello che sappiamo di loro è ampiamente noto: appartengono all’ordine degli imenotteri, dunque imparentate anche con le formiche. Simili alle api questo è vero, però di corporatura più snella e senza peli ramificati. Note in tutto il pianeta per i loro tremendi pungiglioni, possono appunto infastidire l’uomo più e più volte provocando punture che in alcuni soggetti possono scatenare tremende reazioni allergiche.
Normalmente è più facile incontrarle in estate, periodo che le vede più attive e particolarmente attratte da cibi dolci o frutta ed in tal caso vanno ignorate onde evitare una loro reazione aggressiva.
C’è da dire però che a dispetto di questa fama pessima, sono insetti che hanno un ruolo davvero importante in ambito ecologico e svolgono un ruolo davvero fondamentale negli ecosistemi. Soprattutto nell’aiuto che svolgono nel tenere sotto controllo alcuni insetti nocivi, come le larve degli insetti.
E la scoperta di cui parliamo oggi ha a che fare proprio con questo. Il nuovo esemplare di vespa potrebbe aiutare gli scienziati a risolvere un problema con un altro fastidioso parassita. Una notizia davvero fresca, diffuso da un team nutrito di scienziati.
Le nuove vespe che potrebbero sconfiggere un parassita
Gli scienziati lavoravano a questo studio da diverso tempo e precisamente dal 2018. Delle ricerche erano in corso in Minnesota su alcune piantagioni di soia. Una pianta purtroppo vittima di alcuni moscerini che danneggiavano irreversibilmente le coltivazioni.
Alcuni ricercatori dell’Università del Minnesota, incuriositi da questa specie, hanno deciso di intervenire dove i pesticidi chimici non erano ancora riusciti ad agire. Studiando da vicino questi moscerini.
Durante le ricerche qualcosa ha immediatamente attirato l’attenzione degli scienziati. Il team capeggiato dalla dottoressa Gloria Melotto, ha infatti individuato immediatamente il comportamento curioso di alcuni di questi parassiti. Sembravano infatti agire in maniera autolesionista. Questo perché non si trattava di moscerini. Infiltrati tra questi parassiti della soia hanno più tardi scoperto delle vespe minuscole.
Una specie nuova e rarissima confusa appunto con gli insetti che si cercava di combattere. E che riusciva a replicare il comportamento del parassita della soia.
Dopo attente settimane di osservazione il team ha compreso che queste nuove vespe agiscono come degli agenti segreti. Confondendosi con il moscerino, fanno sì che questo riesca ad ingerire le sue uova. Uova che però crescono all’interno invece di essere digerite. Praticamente una sorta di “possessione”, perché l’uovo continua a crescere facendo sparire il moscerino ospite e lasciando nascere una nuova vespa.
Si tratta naturalmente di una scoperta incredibile che potrebbe aiutare dunque a tutelare alcuni tipi di piante “abitate” da questo parassita, senza però ricorrere a pesticidi chimici o altre tecniche invasive. Ora gli scienziati dovranno solo capire se questa nuova specie attua questo comportamento di continuo o è solo un caso isolato.
Si dicono certi che non sia un comportamento anomalo e sono molto fiduciosi di poter raccontare di più nelle prossime settimane. Non resta che attendere aggiornamenti.