Ragazzo trova nella sabbia di un fiume il più grande tesoro dal valore inestimabile

Un grande tesoro dal valore inestimabile. Lo ha trovato un ragazzo nella sabbia di un fiume, scopriamo insieme di che si tratta.

Trova nella sabbia un grande tesoro
Trova nella sabbia un grande tesoro – viaggi.nanopress.it

Davvero molto bello quando un incredibile ritrovamento, diventa un bene di tutti e dalle mani degli archeologi arriva in quelle dei comuni cittadini, che possono finalmente osservarlo da vicino. Questo è quanto sta accadendo in questo paese, in merito all’individuazione di un tesoro davvero molto importante. Ci troviamo in un luogo ricco di storia e cultura. Una regione vivace ed affascinante, caratterizzata dalla grande varietà di paesaggi, e da città davvero incantevoli.

Un grande tesoro dal valore inestimabile: ecco dove si trova

Per scoprire qualcosa in più di questo ritrovamento dobbiamo viaggiare fino in Francia. Ci troviamo infatti nella regione della Garonna e precisamente nei dintorni di Bordeaux, nelle zone note come Quinsac, Cadaujac e Camblanes.

Bordeaux ha origini antichissime. Si attesta che la sua fondazione risalga infatti da parte dei galli addirittura nel III secolo a.C. I Bituriges Vivisques, si sistemarono infatti lungo le sponde di una foce del fiume Garonna. Inizialmente chiamata Burdigala, conobbe il suo sviluppo dopo l’arrivo dell’impero romano, al punto da diventare una delle città più floride della Gallia e per un periodo anche capitale amministrativa dell’Aquitania.

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Grande tesoro dal valore inestimabile – viaggi.nanopress.it

Questa precisazione è d’obbligo per meglio comprendere il grande tesoro dal valore inestimabile di cui parliamo oggi. L’impronta dell’Antica Roma deve essere stata parecchio forte in queste zone, tanto da lasciar emergere negli anni diversi reperti. Stavolta parliamo di ben 4000 sesterzi, reperiti da un ragazzo. O meglio da un ragazzo all’epoca del ritrovamento che risale al…1965!

Le 4000 monete romane ritrovate a Bordeaux

Come mai però un ritrovamento risalente al 1965, fa così parlare di sé a così tanti anni di distanza? Il motivo è presto detto. Perché finalmente ora questo tesoro incredibile, dalle mani degli studiosi, passa in quelle dei cittadini. Come? Grazie al Museo d’Aquitania di Bordeaux, che le espone rendendole visibili al pubblico, già dallo scorso dicembre.

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Campagna di recupero 1965 – viaggi.nanopress.it

Gli archeologi e gli storici che si sono occupati di presentare al pubblico questa incredibile collezione, ritengono possa trattarsi di un bottino facente parte di qualcosa di ancora più ricco. Monete tutte in ottone oricalco. Il periodo del ritrovamento risale agli anni tra il 1965 ed il 1970, per mano di un ragazzo. Non un ragazzo qualsiasi, ma al giovane (oggi deceduto), professore universitario Robert Etienne.

Etienne si imbattè casualmente nelle monete nel corso di un dragaggio del fiume per altre ricerche. Ne ha poi negli anni ritrovato tutta questa quantità, tramite lunghe campagne di recupero. Sono poi intervenuti gli archeologi per vare un lungo lavoro di verifica durato anni. Tutte le monete sono state analizzate, fotografate ed inserite in un apposito database.

Il lavoro di Etienne comunque fu davvero enorme, al punto che riuscì a trovare alcuni di questi tesori anche all’interno di cantieri privati per la costruzione di edifici. Questa collezione incredibile, ora esposta al Museo d’Aquitania, conta monete diverse, alcune sono sesterzi dell’Imperatore Claudio. Dunque collocabili in un periodo che va dal 41 al 54 d.C. ad altre che raffigurano Antonio Pio, e risalenti perciò tra il 138 al 161 d.C.

Secondo gli esperti le monete sono state coniate a Lione, che è il sito più vicino al luogo di reperimento, dove all’epoca si rintracciava una zecca.

Il quesito principale è però come siano finite in fondo al fiume. Secondo gli storici a seguito del naufragio di una nave, che presumibilmente affondò con l’intero carico.

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Le monete esposte al museo – viaggi.nanopress.it

Molto probabilmente, affermano anche dal Museo, l’affondamento risale ad un periodo tra il 170 ed il 176, quando una nave di tipo mercantile, deve aver preso fuoco viaggiando sul fiume verso Burdigala.

L’ipotesi di un naufragio a seguito dell’incendio è ancor più accreditata dal successivo ritrovamento di diversi resti di legno bruciato, nella zona dove deve essere affondato il relitto. Cosa stesse facendo questa nave, se trasportasse anche della merce, o partiva per vendere alcuni prodotti, non è dato saperlo. Chissà che in futuro gli storici non riescano a risolvere anche questo mistero.

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