Queste zone d’Italia sono state giudicate “fortemente inquinate”: ecco dove

Zone d’Italia fortemente inquinate sono emerse da un’analisi condotta da Goletta Verde. Il progetto di Legambiente è continuamente in viaggio per scovare i punti più critici delle nostre coste e dei nostri laghi.

Giudicate fortemente inquinanti
Giudicate fortemente inquinanti – foto: latinatoday

Con l’arrivo dell’estate è impossibile resistere alla voglia di recarsi in spiaggia a prendere il sole e a fare qualche tuffo in mare. Da questo punto di vista il nostro Paese custodisce tantissime perle naturali dove il piacere di immergersi in acque cristalline e affondare i piedi nella sabbia è davvero ineguagliabile.

Ci sono zone, però, che sono purtroppo state toccate dalla terribile piaga dell’inquinamento. Alcune di queste si trovano nel Lazio e interessano specialmente le coste romane.

Zone d’Italia fortemente inquinate: l’indagine di Goletta Verde a Roma e dintorni

A darci un’immagine panoramica dei tratti di litorale romano colpito dall’inquinamento è il progetto Goletta Verde, un’iniziativa itinerante lanciata da Legambiente in collaborazione con Anev, Novamont, Conou e Renexia.

Zone d’Italia fortemente inquinate
Zone d’Italia fortemente inquinate – viaggi.nanopress.it

Goletta Verde ha analizzato le acque dei mari che bagnano il Lazio e ha individuato ben 13 punti i quali sono stati definiti come fortemente inquinati. Questi 13 punti critici sono solo alcune delle 24 aree totali passate a setaccio dal 28 giugno al 1° luglio appena trascorsi. Dei 24 punti, 18 sono foci e 6 sono zone presenti in mare.

3 diversi livelli di inquinamento

Lo studio ha poi suddiviso le aree non pulite in 3 categorie:

  • fortemente inquinati;
  • inquinati;
  • entro i limiti.

Della prima categoria fanno parte le foci del:

  • fiume Marta a Tarquinia
  • canale in via Aurelia a Santa Marinella
  • fosso Zambra a Cerveteri
  • fiume Arrone e della fiumara nei pressi di Fiumicino
  • canale Crocetta a Pomezia, del Rio Torto e del Fosso Grande ad Ardea
  • ponte Mascarello e del Rio Martino a Latina
  • canale Sisto a Terracina
  • fosso di via Gibraleon a San Felice Circeo.

A queste si aggiunge anche la spiaggia nei pressi del Canale Loricina di via Matteotti a Nettuno.

Nella seconda categoria, poi, rientrano solo le due foci del Canale dei Pescatori di Ostia e quella del Rio Santacroce di Formia.

Infine, nell’ultima sezione sono incluse le foci del:

  • canale Sant’Anastasia a Fondi
  • canale Pedemontano a Fondi
  • Rio Vaccina a Ladispoli
  • canale a Marina di Minturno.

Alle foci si sommano anche le spiagge di:

  • località Montalto Marina a Montalto Castro
  • lungomare delle Strelitzie al Lido dei Gigli ad Anzio
  • Terracina in prossimità della foce del fiume Portatore
  • via Pilestra a Sperlonga
  • Serapo a Gaeta.

Il problema dell’inquinamento in Italia

Goletta Verde e Goletta dei Laghi sono continuamente in viaggio lungo lo Stivale per analizzare le acque non solo dei mari, ma anche dei laghi del nostro Paese. Questo per mettere in guardia i bagnanti e tutelare la loro salute in vista di punti inquinati e scarichi fognari non depurati.

Inquinamento nei mari italiani
Inquinamento nei mari italiani – viaggi.nanopress.it

Il problema dell’inquinamento è uno dei tanti pericoli ambientali, e non solo, dei quali bisognerebbe preoccuparsi di più. Anno dopo anno le analisi condotte da Goletta continuano a parlarci di coste fin troppo colpite da problematiche costituite per lo più da scarichi abusivi e cattiva gestione degli impianti di depurazione. In tutta Italia le principali cause d’inquinamento sono infatti:

  • gli scarichi industriali, agricoli e urbani rilasciati nelle acque marine
  • l’eccesso dei nutrienti provenienti dall’agricoltura e dalle acque reflue
  • l’accumulo di rifiuti di plastica
  • le attività umane e le operazioni petrolifere.

Affrontare questi problemi richiede un impegno a livello nazionale e internazionale per regolamentare e controllare le fonti di inquinamento, adottare pratiche agricole sostenibili, migliorare la gestione delle acque reflue e promuovere la sensibilizzazione pubblica sull’importanza della protezione degli ecosistemi.

Zone d’Italia fortemente inquinate: cosa possiamo fare?

Per risolvere il problema dell’inquinamento delle acque marine e dei laghi italiani, sarebbe opportuno adottare una serie di azioni.

Regolamentazione e applicazione delle leggi. È essenziale attuare normative rigide per controllare e ridurre l’inquinamento delle acque. Queste leggi dovrebbero riguardare lo scarico di sostanze chimiche, rifiuti, oli e altre sostanze dannose nelle acque marine e dei laghi. Inoltre, è fondamentale garantire l’applicazione efficace delle normative e imporre sanzioni a coloro che le violano.

Migliorare il trattamento delle acque reflue. Investire in sistemi di trattamento delle acque reflue efficaci e moderni è fondamentale per garantire che le sostanze inquinanti non intacchino le acque.

Promuovere l’agricoltura sostenibile. L’agricoltura è una fonte significativa di inquinamento delle acque a causa dell’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi. Promuovere pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura biologica, può ridurre l’inquinamento da nutrienti.

Inquinamento in Italia
Inquinamento in Italia – viaggi.nanopress.it

Riduzione delle plastiche monouso. Per combattere l’inquinamento da plastica, è fondamentale ridurre l’uso di plastica monouso e promuovere l’utilizzo di alternative sostenibili. Incentivare il riciclaggio e l’acquisto di materiali biodegradabili può aiutare a ridurre l’accumulo di plastica in natura.

Protezione delle zone costiere e marine. Creare e proteggere aree marine e zone costiere contribuirà a preservare la biodiversità e a tutelare gli habitat marini.

Sensibilizzazione e coinvolgimento della comunità. La sensibilizzazione pubblica sull’importanza di proteggere le acque marine e dei laghi è fondamentale per ottenere il supporto di tutti.

Si spera che, alla luce di quanto si evince dai risultati delle continue ricerche, le autorità competenti facciano qualche sforzo in più per affrontare questo problema e proteggere le acque marine e i laghi italiani. Noi, d’altro canto, dobbiamo però metterci il nostro.

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