Allarme siccità, l’Italia rischia di rimanere senz’acqua? Sono queste le regioni più minacciate secondo gli esperti.
Sono passati solo due mesi dall’inizio del 2023, ma anche quest’anno sembrerebbe già essere preoccupante in fatto di clima impazzito e siccità. Secondo gli esperti i prossimi mesi potrebbero essere difficili se la situazione non tenderà a migliorare.
Il problema della siccità sta da mesi riguardando diversi Paesi d’Europa. Anche in Francia, per esempio, da più di 30 giorni non cade neppure una benché minima gocciolina d’acqua, tanto che questo febbraio è stato definito come il più secco mai registrato.
La situazione non è da meno in Italia, specie nel Nord Ovest, dove la mancanza d’acqua adesso inizia a farsi sentire in modo particolarmente marcato.
Allarme siccità, ancora nessuna traccia di pioggia al Nord Italia
Ancora sole, ancora alta pressione e ancora niente pioggia. Il clima tipicamente primaverile di questo febbraio non sta facendo altro che aggravare il problema della siccità che in realtà sta già attanagliando il Nord Italia oramai da diversi mesi.
A risentirne particolarmente sono i laghi settentrionali. Il lago di Garda, per esempio, ha raggiunto i suoi minimi storici, mentre altri specchi d’acqua come quello Maggiore, d’Iseo e di Como sfiorano la percentuale del loro livello di riempimento rispettivamente del 38%, 15% e 20%.
Le zone più colpite dal fenomeno siccità sono le regioni di Piemonte e Valle d’Aosta, nelle quali non arrivano piogge abbondanti da circa 24 mesi.
Montagne, laghi e fiumi stanno soffrendo
L’allarme è poi incrementato anche dalla scarsa presenza di neve sulle Alpi che è in diminuzione del 53% secondo gli studi di Legambiente.
E la situazione non è di certo delle migliori nemmeno per i corsi d’acqua che, sofferenti, si presentano quasi in secca. Basti pensare che il bacino del Po, uno di quei fiumi più colpiti dalla siccità, ha registrato una diminuzione d’acqua del 61%.
A preoccupare, come se non bastasse, sono anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS che mostrano come l’Italia sia uno di quei Paesi che presenta uno stress idrico medio-alto.
Ciò significa che la siccità, sommata agli altri problemi legati all’inquinamento e ai cambiamenti climatici, potrebbe mettere a rischio l’approvvigionamento di acqua potabile in tutta la Nazione.
Secondo il fisico e ricercatore dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche IRSA-Cnr, Emanuele Romano, le zone più minacciate sono quelle settentrionali e il bacino del Po.
Per salvare la situazione, spiega l’esperto, bisognerà sperare in abbondanti precipitazioni primaverili, anche se ad oggi è molto difficile dire se ciò potrebbe avvenire e quando.
L’appello di Legambiente al Governo Meloni per salvaguardare l’approvvigionamento d’acqua
Nel frattempo, considerando anche il fatto che l’Italia ha ben tre regioni inserite tra le zone d’Europa più esposte ai cambiamenti climatici (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto), Legambiente ha lanciato nei giorni scorsi un appello al Governo Meloni.
L’associazione ambientalista mostra infatti una strategia in otto punti che, se attuata, potrebbe salvaguardare l’acqua e ridurre i suoi sprechi in questo preciso momento storico.
- Fare in modo che le acque piovane rimangano più a lungo sul territorio piuttosto che scorrere fino al mare
- Recuperare le acque piovane con istallazioni di risparmio idrico
- Prevedere piccoli bacini per l’agricoltura
- Ridurre le perdite d’acqua durante il suo ciclo e completare tutti gli interventi sulla sua depurazione
- Riutilizzare le acque reflue depurate per l’agricoltura
- Preferire in agricoltura colture meno bisognose d’acqua e metodi d’irrigazione più efficienti
- Ridurre gli sprechi
- Riutilizzare l’acqua nei cicli industriali per ridurre gli scarichi inquinanti.
D’altro canto c’è già chi si sta impegnando a fare la sua parte. Il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina, ha dichiarato all’ANSA che nonostante “non si segnalano particolari criticità sui livelli acqua potabile nei Comuni del Trentino”, si sta comunque “facendo il possibile per contrastare gli sprechi e la dispersione”.
Ha concluso poi dicendo “ci aspettiamo che anche i territori della pianura facciano la loro parte”.