Si parla da anni di una mega-costruzione sullo stretto di Messina. Le amministrazioni che si sono alternate alla guida dei governi locali e nazionali, spesso ne hanno fatto un vanto, altri l’hanno bandito come infrastruttura mangia soldi. Intanto sono diverse le idee e i progetti che negli ultimi anni si sono sviluppati attorno a questa ‘costruzione mitologica’ che è diventata il ponte sullo stretto.
Decine di architetti e ingegneri, svariati, e anche curiosi, progetti, troppi interessi economici: è questa la situazione alla vigilia della presentazione del ponte-shopping tra la Sicilia e la Calabria. E’ l’ultima trovata sull’infrastruttura più discussa d’Italia. L’architetto israeliano Mor Temor ha pensato a un ponte costruito su delle ‘piattaforme di calcestruzzo galleggianti’. Tra le travi e i piloni l’ingegnere ha pensato a degli spazi destinati ad alberghi, parcheggi, cinema e centri commerciali. Un ponte sul futuro che racchiuda i simboli per eccellenza della società del consumismo.
Altra idea collegata al ponte shopping è quella di creare dei luoghi residenziali sull’acqua: villette a schiera e porti turistici diventeranno le strutture del quartiere sul Mediterraneo. Il ricavato dalla vendita delle abitazioni servirà a realizzare il ponte.
Insomma idee tante, ma con un’unica certezza: troppi interessi economici circolano attorno alla costruzione del ponte sullo stretto. I finanziatori vanno dalla famiglia Bin Laden alla Goldman&Sachs, dalla Abn Amro a personaggi legati alla mafia siculo-canadese. Proprio sui finanziamenti illeciti la Direzione distrettuale antimafia di Roma ha scoperto che gli interessi della mafia sulla costruzione del ponte sullo stretto raggiungono cifre da capogiro: la mafia avrebbe voluto investire 5 miliardi di euro provenienti dal traffico di droga.