Città eterna, sapete perché Roma viene chiamata così? In pochi ne conoscono la vera ragione, vediamola insieme.
Ci sono diversi appellativi, detti, usanze, che fanno parte della nostra cultura. Retaggi che non sapremmo spiegare, sono di uso comune e spesso non sappiamo spiegare nemmeno perché li utilizziamo. Magari ci vengono tramandati, li abbiamo sentiti nel parlare comune, utilizzati da altri. Ad esempio in pochi saprebbero indicare il motivo dietro alcuni soprannomi dati alla nostra bellissima capitale. Oggi ne vediamo uno.
Città eterna, perché Roma è chiamata così? C’è un motivo che in pochi conoscono
La città più bella del mondo. Così spesso in molti si riferiscono alla nostra stupenda Roma. Una metropoli complessa, difficile da capire e da gestire, che tanto fa penare i suoi cittadini, che però non possono non amarla con tutte le sue contraddizioni.
Ed il resto del mondo la venera per la sua bellezza architettonica, la sua storia, la quantità che pare infinita di cose da scoprire. Ogni anno si conferma una delle mete più visitate da ogni parte del mondo.
Vien facile capire come una città tanto celebre possa avere anche diversi appellativi. “Caput Mundi” è uno di questi, ma probabilmente il più celebre è “Città Eterna“. Un soprannome va detto, che nella storia è stato affibbiato anche ad altri luoghi di pari bellezza, come Gerusalemme o Kyoto.
Dunque un soprannome pregno di significato, che sta a simboleggiarne l’importanza storica, il fascino, il patrimonio culturale che è per sempre destinato a sopravvivere ai suoi stessi abitanti. Lo utilizziamo tutti, ma se dovessimo soffermarci a spiegarne perché o dove lo abbiamo sentito dire la prima volta, forse avremmo difficoltà.
Eppure non è molto difficile, e la ragione affonda le radici ovviamente nell’antichità.
Le ragioni di un antico appellativo
Secondo gli storici dobbiamo andare molto indietro nel cercare le motivazioni di tale definizione. C’è infatti una frase latina che recita: “Romulus Aeternae nondum formaverat urbis moenia“. Traducendo dal latino significa letteralmente “Romolo ancora non aveva innalzato le mura dell’urbe eterna“.
Questa frase risale al I secolo a.C. ed è del poeta Albio Tibullio. Già così in antichità dunque si faceva riferimento a Roma come ad una città in grado di andare oltre la stessa storia dell’umanità.
Non è tutto, perché alcuni storici non sono del tutto convinti che il detto risalga solo a Tibullio, sebbene nella sua epoca si trattasse di un artista molto famoso. In questo caso esiste anche una sorta di equivoco storico. Alcuni tendono ad attribuire una frase al leggendario Imperatore Adriano.
Il condottiero pare disse “altre Rome verranno, io non so immaginarne il volto, ma avrò contribuito a formarlo. Roma vivrà, e non perirà che con l’ultima città degli uomini“. Un’affermazione davvero molto profonda e suggestiva, quasi profetica. Sembra voler lanciare l’auspicio che la nostra capitale sarà in grado di vivere fin quando non cesserà di esistere l’umanità.
Questa frase però non è proprio di Adriano, o meglio è stata scritta da Marguerite Yourcenair. Lo stupendo “Memorie di Adriano”, riporta questo passaggio. Una lunga epistola immaginata dalla scrittrice, dove Adriano si rivolge prima all’anziano imperatore Publio Elio Traiano Adriano e poi all’amico e successivamente nipote adottivo, Marco Aurelio. Adriano nel romanzo si lascia andare ad una lettera che racconta aspetti della sua vita pubblica e privata.
Certamente l’autrice ha studiato a lungo questa figura storica, ma non abbiamo evidenze che questa frase sia stata davvero pronunciata da Adriano e non sia licenza poetica della Yourcenair.
Più probabile che l’appellativo sia semplice frutto di una tradizione tramandata per via orale sin dall’antichità, ed è facile immaginarne perché. Roma è un luogo così leggendario ed immortale, che viene spontaneo chiamarla così. Nessuno ha mai pensato di mettere in dubbio un soprannome così evocativo, probabilmente il migliore che le sia mai stato dato.