Il più tipico e spontaneo dei saluti. Vi siete mai chiesti come mai in Italia diciamo “Ciao”?. Scopriamolo insieme.
Ciao, è l’espressione più tipica e spontanea di saluto di utilizzo comune nel nostro paese. La prima che anche gli stranieri imparano e amano replicare, più di “Buongiorno” e “Salve”. Chissà per quale motivo però utilizziamo proprio questa parola per salutarci. Oggi andiamo insieme alla scoperta della sua curiosa origine.
In Italia diciamo “Ciao”, sapete perché?
Ebbene la parola ciao è di origine antichissima e per comprenderla dobbiamo indagare nientemeno che il dialetto veneto. In Italia diciamo “Ciao”, perché deriva da una forma di saluto molto antica che si utilizzava appunto a Venezia e dintorni. O meglio anticamente la parola corretta era “s’ciavo“, dunque “schiavo”. Schiavo inteso come “sono un vostro servo”, inteso in senso ossequioso.
Ben presto il termine mutò da “s’ciavo” a “s’ciao” fino a mutare negli anni in “ciao”. Questo tipo di forma colloquiale la ritroviamo di frequente anche nelle celebri opere di Goldoni, autore veneto per eccellenza. L’autore utilizzava largamente espressioni come “servo/schiavo vostro”. Che pare però a sua volta derivare da un termine germanico, ovvero la parola “servus”.
Pare che in Veneto lo si utilizzasse dal XV secolo e forse addirittura prima. Un termine curioso che però ancora oggi di rado viene utilizzato in alcuni ambienti, sempre volto ad esprimere profonda disponibilità. Dal Veneto venne poi diffuso largamente al resto della penisola seppure con forme dialettali diversi, fino ad imporsi come uno dei termini cardine della nostra lingua e il principale utilizzato come forma di saluto. Al punto da imporsi a volte in contesti anche formali.
E nel resto d’Europa?
Vi sarà certamente capitato di sentire pronunciare la stessa parola anche all’estero. Ebbene il nostro “ciao” è arrivato anche in altre località Europee. Naturalmente con diverse pronunce e declinazioni.
Ad esempio se ci rechiamo in Portogallo, scopriremo che la forma più comune di saluto è “tchau”, mentre in Spagna è più simile al nostro, “Chao”. Resta comunque da capire come mai il dialetto veneziano abbia adottato questa parola, poi migrata anche fino in Germania.
La parola “schiavo”, è come è facile immaginare di origine latina. Più latina medievale dicevamo. Anticamente il termine sclavu(m) talvolta indicato come slavu(m) significava proprio “schiavo” o anche “prigioniero”, ad indicare un ostaggio di guerra. Dunque ciao deriva proprio dal concetto di prigionia, leggermente mutuato negli anni in un termine più dolce, ovvero intendendo semplicemente il “servo” in senso puramente formale e come forma di gentilezza.