Ogni quattro anni, e da moltissimo tempo, si presenta puntuale l’anno bisestile, il mese di febbraio non è di 28 giorni, ma di 29.
L’anno bisestile si presenta da oltre 2000 anni. Voluto da Giulio Cesare nell’antica Roma e cambiato, poi, da Papa Gregorio XIII, L’ obiettivo era quello di riallineare il calendario con l’anno solare.
L’anno bisestile si presenta ogni quattro anni puntualmente. Ci sono periodi in cui però il calendario, nonostante i quattro anni, non ha segnato il 29 di febbraio. Succede, i genere, negli anni che precedono l’inizio di un nuovo secolo, non sono bisestili nel caso in cui non si possano dividere per 400.
Per esempio l’anno 2000 è stato bisestile, ma non lo sarà il 2100. Per sapere se un anno è bisestile c’è una semplice formula da tenere presente. Nel caso in cui le ultime due cifre dell’anno sono divisibili per quattro allora l’anno sarà bisestile.
Il giorno in più aggiunto a febbraio permette al calendario di riallinearsi. E lo fa nel momento in cui le ore accumulate raggiungono le 24 ore in totale. Si tratta delle sei ore in avanzo dei quattro anni.
Giulio Cesare
La sua origine ha una data ed è il 46 a.C. Giulio Cesare volle imporre un poco di ordine nel calendario romano. Fino a questa data l’anno romano non durava 365 giorni ma 355.
Quindi per riallinearlo con l’anno solare ogni tanto veniva aggiunto quasi un intero mese, la cui durata, però, era variabile. Nel calendario era sempre tra febbraio e marzo, e si aggiungevano, all’incirca, una ventina di giorni.
Le cose sembrava andassero bene, ma l’autorità che governava i calendari, il Pontefice Massimo, una figura politica, a volte inseriva o dimenticava i giorni in più secondo gli interessi dei pontifici.
Giulio Cesare decise, quindi, di intervenire e con l’aiuto di alcuni esperti matematici progettò un altro calendario. Lo divise così in 365 giorni e 366 ogni quattro anni. Di lì a poco Cesare venne assassinato e quindi il nuovo calendario non venne applicato.
Si dovrà aspettare Ottaviano, suo nipote che riprese il volere di Cesare ed utilizzò il nuovo calendario. Il primo anno bisestile che si ricorda è nell’anno 8 a.C.
Sembra, però, che il 29 febbraio comparve nel calendario per la prima volta nel periodo del medioevo, dove i giorni iniziarono ad essere contati in sequenza e non più divisi in calende, idi e none come nell’epoca romana.
Riforma
Nel 1582 Gregorio XIII, a quel tempo Papa, si accorse che la primavera, in quell’anno, iniziò l’11 marzo. Erano ben 10 giorni di anticipo rispetto all’equinozio del 21 Marzo.
Il Papa decise di risolvere la cosa imponendo una riforma piuttosto drastica, Dopo il 4 ottobre del 1582 nel calendario si passò direttamente a sabato 15. Ben 10 giorni di cui non si sa nulla.