Perché a Cuba non si vende la Coca Cola?

Ancora oggi ci sono paesi che hanno chiuso le frontiere alla commercializzazione della bevanda più famosa al mondo.

Coca cola
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Simbolo della cultura di un’intera nazione, la coca cola è nata nel 1886 ad Atlanta, USA. La bibita ha ingredienti che fanno parte di una ricetta top secret. Nel tempo è arrivata fino negli angoli più sperduti del pianeta.

Agli inizi del ‘900 era già prodotta in diversi paesi asiatici ed europei. Durante gli anni della guerra si diffuse moltissimo. E veniva imbottigliata nelle classiche bottigliette di vetro in più di sessanta stabilimenti militari.

Nonostante le numerose critiche sulle conseguenze dannose per la salute, rimane tutt’oggi la bevanda piu diffusa al mondo. Ad eccezione però di due nazioni in cui sembrerebbe che la sua vendita sia ancora bandita: la Corea del Nord e Cuba.

Quest’ultima, tra l’altro, paradossalmente, nel 1906, fu tra le prime nazioni non americane ad avere imbottigliato la bevanda. Entrambe le nazioni sono state soggette a embarghi commerciali statunitensi a partire dagli anni ’50 e ’60 e a lungo termine.

Coca-colonizzazione

Fidel Castro respinse la bevanda a stelle e strisce nel 1962. Da quel momento non ha più fatto ritorno. Nel nord Corea la bibita, sembra si riesca a trovare solo di contrabbando sul mercato nero, ma la sua vendita non è ufficiale.

In Birmania l’embargo della bibita è durato 60 anni. Alla sospensione delle sanzioni, dopo avere avviato riforme democratiche, sono partiti i carichi di Coca Cola. Ora sono a disposizione dei cittadini del paese asiatico.

Negli anni ’50 i francesi coniarono il termine coca-colonizzazione, ad indicare il predominio di una nazione sui valori culturali delle altre. La Coca Cola, in tal senso, è la protagonista di un consumismo globale. Anche l’ex presidente dell’Iran, aveva minacciato di bandire la bibita dal suo Paese.

Cuba
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La Bolivia voleva sostituirla con la tradizionale mocochinchi. L’ex presidente venezuelano, Hugo Chávez, aveva invitato la popolazione a bere Uvita. Una bibita a base di succo d’uva prodotto da una fabbrica statale, salutare e, soprattutto, non importato dai colonizzatori americani.

La multinazionale è da decenni sotto osservazione in quanto sembrerebbe non rispettare le norme ambientali, ma anche per  questioni di salute. Nel 2003 ci furono questioni riguardanti i pesticidi presenti nell’acqua usata per la produzione.

Effetti dannosi

E nei paesi dove veniva prodotta, veniva utilizzata l’acqua a discapito delle comunità locali. Per questi motivi alcuni paesi come il Kerala, uno stato dell’India meridionale, avevano tentato di bandirne la produzione sul territorio.

La lista degli effetti dannosi della bevanda è lunga. Si punta il dito anche sulle calorie dannose se consumata in modo eccessivo. E poi gli OGM, contenuti nel mais usato per lo sciroppo dolce. Nonostante tutto, la Coca Cola, sinonimo di cultura americana, continua ad avere un successo straordinario.

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