Bologna, la città della cultura per eccellenza vanta una serie quasi infinita di portici, parte dei quali dal 2021 è Patrimonio dell’Umanità.
I portici di Bologna raccontano la sua storia a partire dal Medioevo. Con l’aumento della popolazione, infatti, dovuta in particolare alla presenza di università, l’amministrazione dovette inventarsi nuovi spazi. Nacque quindi l’idea dei portici.
Ampliando i piani alti degli edifici si veniva a costruire un balcone di legno chiamato “sporto”. Questo con il passare del tempo subì un ulteriore ampliamento sostenuto con travi di legno che si appoggiavano sul piano stradale.
Il progetto ebbe un così grande successo che due secoli più tardi, nel 1288 il Comune dispose un editto secondo il quale le nuove case dovevano essere costruite con un portico dedicato. Stabiliva inoltre che le famiglie ricche dovevano dotare obbligatoriamente di portici la propria abitazione.
L’editto spiegava anche le linee guida di come il portico doveva essere costruito, sia per le dimensioni, che per la larghezza delle arcate e i materiali da costruzione. Questo permise, nel giro di pochi secoli, di trasformare completamente la città di Bologna.
Spazi importanti
Tanto che la vita quotidiana si svolgeva quasi esclusivamente all’aria aperta e al riparo dei portici. Potevano essere percorsi in qualsiasi condizione atmosferica e rendevano abitabili i pian terreni perché li isolavano dai liquami delle strade e dalla sporcizia.
Inoltre, divennero spazi importanti per lo scambio del commercio, dove gli artigiani avevano i propri laboratori. Ancora oggi sono visibili nel centro storico gli antichi portici in legno come per esempio la Casa Isolani in Strada ;aggiore o le Due Torri con i porticati attigui delle Case Reggiani-Seracchioli.
Una serie di portici che si snodano lungo la città di Bologna per un tracciato di ben 62 chilometri. Una zona della città così importante tanto che nel 2021 una parte di questi è diventata Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Dodici in particolare sono stati scelti per rappresentare la storia architettonica e microgiografica della città. Nella motivazione della candidatura presentata nel 2020 si legge che i portici costituiscono
“un elemento identificativo della città di Bologna e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano e sostenibile in cui spazi religiosi civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrati”.
Patrimonio dell’Umanità
Quindi quelli che rientrano nella Patrimonio dell’Umanità sono Piazza Santo Stefano, i portici di via Zamboni, il porticato del MamBo, i portici di Strada Maggiore, i portici di via Farini e quelli di Piazza Cavour.
Ed anche il portico di San Luca, la strada porticata di Santa Caterina, i portici di Pavaglione e Piazza Maggiore, il portico della Certosa, la strada porticata di Galliera, i portici del Baraccano e il porticato del Quartiere Barca.