Pensava fosse un covo di serpi, era tutt’altro: costretto a fermarsi per strada

Murene in stato di decomposizione sulla Statale: il ritrovamento assurdo da parte dei militari della Guardia Costiera del Salento. Si tratta di pesca illegale.

Pensava fosse un covo di serpi
Pensava fosse un covo di serpi – viaggi.nanopress.it

Immagina di star percorrendo la solita strada di sempre per recarti al lavoro. Ti trovi in auto, ascolti la tua canzone preferita alla radio. Ogni tanto guardi il resto del mondo scorrere dal tuo finestrino con la coda dell’occhio pensando a tutte le centinaia di cose che vorresti fare.

A un tratto, però, ti sembra di vedere qualcosa sul ciglio della strada. Avvicinandoti l’immagine di quel mucchietto scuro e informe diventa sempre più nitida. A tua sorpresa ti rendi conto che ciò che hai di fronte potrebbe essere un covo di serpi. Avvicinandoti ancora di più, però, scopri la sua vera identità.

Se ti stai chiedendo se questo sia l’incipit di un nuovo romanzo dell’orrore, sappi che ti sbagli di grosso. É solo quello che è accaduto qualche giorno fa nel Salento.

Murene sulle strade del Salento: come hanno fatto a finire lì?

Durante un’ordinaria attività di vigilanza sul territorio, i militari della Guardia Costiera del Salento si sono imbattuti in qualcosa di piuttosto insolito e del tutto inspiegabile.

Gli uomini della capitaneria di porto, infatti, si trovavano sulla Statale 274, la strada che collega i comuni di Santa Maria di Leuca e Gallipoli.

Sembrava essere una classica giornata di servizio quando un avvistamento e una segnalazione da parte di un automobilista ha costretto loro a fermarsi.

Su una piazzola di sosta lungo la statale giacevano al suolo in stato di abbandono una grande quantità di Murene (circa 100 chili). Ad oggi non si sa ancora come siano potute finire in strada e soprattutto chi e perché le abbia lasciate lì a marcire.

Murene sulle strade del Salento
Murene sulle strade del Salento – viaggi.nanopress.it

Secondo le prime indagini, si tratterebbe di un prodotto ittico proveniente da pesca illegale.

Le Murene sono state ritrovate in stato di decomposizione. Per questo motivo i militari hanno coinvolto anche le amministrazioni competenti affinché fossero prese le giuste decisioni per smaltire in modo corretto quanto ritrovato.

Approfittando dell’assurda situazione la Guardia Costiera ha sentito il dovere di raccomandare a tutti i consumatori la massima attenzione per quanto riguarda l’acquisto di pesce.

Bisogna sempre assicurarsi della provenienza del prodotto e non fidarsi mai di venditori di dubbia professionalità che potrebbero anche offrire prodotti che non rispettano le norme igienico sanitarie obbligatorie.

Il problema della pesca illegale

La pesca illegale purtroppo è ancora oggi un fenomeno molto diffuso nei nostri mari. Oltre a questo, rappresenta anche una vera e propria minaccia non solo per l’economia, ma anche per l’ecosistema. Ogni anno si stima che circa 8-14 milioni di tonnellate di pesce vengono catturate illegalmente.

murene
le murene ritrovate – viaggi.nanopress.it

Per pesca illegale si intende la cattura di pesci che in realtà non si possono pescare per legge o senza avere le apposite autorizzazioni. Ma non solo. Rientrano nella pesca illecita anche tutti i casi in cui:

  • si fa uso di reti o attrezzi non autorizzati
  • si catturano pesci di taglia inferiore a quella minima consentita
  • non si rigettano in mare specie finite per sbaglio nelle reti
  • non si dichiarano i dati sulle catture
  • si pesca in zone dove vige il divieto o in un tratto di mare dove è già stata raggiunta la soglia consentita
  • si danneggia l’ecosistema

In particolare, la cattura accidentale è uno dei problemi più gravi che bisogna affrontare e risolvere al più presto. Si stima che nel 40% dei casi il pesce viene pescato in maniera del tutto non intenzionale per poi venire rigettato a mare morto oppure agonizzante. Sarà forse questo anche il caso delle povere murene ritrovate in strada?

Qualunque sia la verità, alcune associazioni stanno da anni combattendo contro questo fenomeno, sensibilizzando l’opinione pubblica sulle conseguenze di questo tipo di pesca sulla salute dei nostri mari.

Intanto in Italia esistono già delle norme che regolano la pesca e che puniscono chi le infrange. In base ai casi si passa dall’arresto, dai due mesi ai due anni, a multe che vanno dai mille ai 6 mila euro.

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