Dopo il crollo della Domus Aurea avvenuto a Roma nei giorni scorsi, ci si interroga sulla fine che farà il patrimonio italiano in seguito all’allarme degrado lanciato da soprintendenti e tecnici e visibile alle orde di turisti che ogni anno visitano il nostro Bel (e bistrattato) Paese.
Pochi fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria, infiltrazioni ed incurie: tracciamo la mappa del patrimonio italiano in pericolo.
Villa Adriana a Tivoli
Nella capitale Roma la situazione in generale è piuttosto grave ed il crollo della Domus Aurea rappresenta la ciliegina sulla torta. Altro che i fasti di un tempo tra palazzi imperiali ed acquedotti: la capitale avrebbe decisamente bisogno di un restyling.
E anche nella vicina Villa Adriana a Tivoli, anche se non ci sono rischi immediati di crolli, c’è bisogno di una manutenzione continua e puntuale.
Necropoli etrusca di Cerveteri
A Cerveteri, sempre in provincia di Roma, si trovano 1000 tombe etrusche, di cui solo 40 visitabili. Qui le piogge hanno messo a rischio i tumuli in tufo. Il sito è tenuto pulito grazie ai dipendenti ed ai volontari: nel 2009 i fondi per la manutenzione sono stati pari a 0 euro. Nel 2010 ne dovrebbero arrivare 250mila euro per la manutenzione del sito da Arcus, la società interministeriale per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Attendiamo.
Terme romane di Montegrotto a Padova
In provincia di Padova si trovano le terme romane di Montegrotto, un piccolo sito non particolarmente a rischio, se non altro non nell’immediato. Qui però Arcus è stata piuttosto generosa destinando 3,5 milioni di euro per la manutenzione del sito. A scavare tra le rovine del sito c’è anche l’archeologa Elena Ghedini, sorella di Niccolò avvocato del premier nonché membro del consiglio superiore dei Beni culturali. Pura casualità?
Villa Jovis a Capri
Nella mondana isola di Capri sorge Villa Jovis, una villa romana risalente al I sec. a.C. ed ubicata in una fantastica posizione a strapiombo sul mare, in grado di garantire privacy e sicurezza all’imperatore Tiberio a cui è attribuita. Attualmente solo una piccola parte del sito è aperto al pubblico ed i fondi destinati alla manutenzione tra il 2002 e il 2005 sono stati di 250mila euro.
Scavi di Pompei, Napoli
Gli scavi di Pompei, da non molto anche visitabili virtualmente grazie a Google Street View, non hanno nessun problema da risolvere in maniera imminente, ma buona parte del sito non è visitabile. Per il 2010 sono stati stanziati 39 milioni di euro per la manutenzione, il 90% dei quali dovrebbe andare in restauri.
Piazza Armerina ad Enna
Per anni ed anni il degrado alla villa romana del Casale di Piazza Armerina è stato fortissimo. Se i resti fossero stati curati meglio, si sarebbe potuto risparmiare un sacco di soldi in restauri.
Il sito è a rischio ma per il momento i fondi stanziati per lavori di restauro e manutenzione nel 2010 sono pari a zero euro.
Canosa in Puglia
A Canosa in Puglia sono a rischio gli ipogei di Lagrasta e Cerbero, bisognosi di cure continue. Ma i fondi 2009 destinati per la manutenzione del patrimonio di tutta la Puglia dalla Soprintendenza archeologica sono arrivati a meno di 200mila euro. E a Canosa ne hanno visti molto pochi.