Nuova scoperta da Pompei, emerge un dettaglio rimasto nascosto da secoli. La città di Pompei, in Campania, è certamente uno dei siti archeologici più affascinanti del mondo. Per quanto, però, si possa credere di aver riportato tutto alla luce, questi siti riservano sempre delle sorprese, in grado di ravvivarne l’interesse anche a tanti anni dalla loro scoperta.
Pompei, dicevamo, è uno dei siti archeologici più affascinanti al mondo, allo stesso livello se non, addirittura, sotto certi aspetti, più affascinante e misterioso delle piramidi egiziane. Il fascino della città antica, infatti, è dovuto non solo a quanto riportato alla luce, strutture, corpi etc. ma anche al fatto che, in alcuni casi, è stato possibile, grazie a questi ritrovamenti, ricostruire scene di vita di un tempo.
La nuova scoperta da Pompei fa emergere ulteriori dettagli
Come vivevano i cittadini, cosa facevano, quali gli attimi precedenti all’eruzione vulcanica che li ha distrutti e consegnati per sempre all’eternità. La città antica di Pompei, sepolta nel 79 d.C. dalla furiosa eruzione del vulcano, il Vesuvio, tra l’altro ancora attivo seppur dormiente. Per più di 1700 anni, la città rimase sepolta sotto una coltre di ceneri e lapilli, finché nel 1748, durante lavori per la costruzione di un canale, fu casualmente scoperto il primo frammento della città.
Grazie ad un massiccio lavoro da parte degli archeologi è stato possibile riportare alla luce quasi un’intera città. A Pompei è possibile ammirare le strade di un tempo, gli edifici, i mosaici e tantissimi oggetti di uso quotidiano. Eppure nonostante questa grande opera di scavo e conservazione, sembrerebbe che solo il 30% dell’intera antica Pompei sia stata riportata alla luce o quanto meno esplorata.
Il sito, del resto, è un sito dell’Unesco. Patrimonio dell’Umanità dal 1997 ed ogni anno è in grado di riservare qualche sorpresa. Nuove scoperte, risistemazioni o, comunque, migliorie per la visita turistica legate, spesso, anche alle nuove tecnologie. Pompei, insomma, è senza ombra di dubbio, un autentico patrimonio per l’umanità. Archeologi, studiosi ed esperti, grazie alla città distrutta dall’eruzione, possono capire tanto su come viveva una città all’epoca romana. Costumi, abitudini di vita, arte ed urbanistica.
L’ultima scoperta, del resto, va proprio in questa direzione. Gli scavi di Pompei, dunque, non solo sono un museo a cielo aperto ma anche un costante continuo cantiere in fibrillazione in grado di riportare alla luce nuove evidenze storiche. Il ritrovamento recente degli archeologi, infatti, getta nuova luce proprio sulla vita all’epoca. Una vita ancora in fervente movimento ricca di speranza ed aspettative.
Una dimora nella Regio IX svela nuovi segreti
La dimora riscoperta nella Regio IX, come annunciato dallo stesso Parco di Pompei, mostra attività di ristrutturazione all’interno dell’abitazione. Al suo interno, quindi, i residenti stavano facendo lavori in casa, proprio a testimoniare come per loro la vita sembrava andare avanti anche con un certo ottimismo. Nella dimora sono stati ritrovati cumuli di calce e cocciopesto, materiali necessari per rimettere a nuovo l’abitazione.
Ci sono cumuli di macerie, evidentemente, si era giù provveduti a distruggere mura o quanto altro necessario per modificare l’appartamento, sono stati ritrovate anche anfore con calce spenta, la quale sarebbe servita per nuove murature e diversi rivestimenti. A Pompei, insomma, la vita era più attiva che mai, fino a quella drammatica eruzione che tutti conosciamo.