In una scuola elementare, nel campo, è spuntato un reperto romano dal valore inestimabile. Ecco di cosa si tratta.
Nei momenti più insoliti e nei posti meno prevedibili, spesso accade che reperti che appartengono ad un epoca passata facciano capolino per poi essere scoperti da parte di gente comune ed esperti.
Il loro ritrovamento diventa un vero e proprio tesoro inestimabile dal punto di vista archeologico e storico. Al punto da andarsi a inserire in un pezzo di storia e come testimonianza della presenza di alcune civiltà.
Un reperto romano trovato nel campo di una scuola elementare
Non bisogna sorprendersi, alla notizia che hanno trovato un reperto di epoca romana in un campo proprio nei pressi di una scuola elementare. Grazie all’individuazione di un georadar messo a disposizione dalla HES (Historic Enviroment Scotland).
Questa organizzazione statale per la valorizzazione del patrimonio culturale, ha individuato in maniera geofisica la presenza di questi reperti vicino alla Carleith Primary School situata a Clydebank nel West Dunbartonshire.
Gli scavi per recuperare tutti i resti di questo reperto, dovrebbero partire i prossimi mesi. E l’annuncio è stato dato in occasione della Giornata Mondiale del Patrimonio, istituita dall’Unesco nel 1982, e che ricade ogni anno il 18 aprile.
Non è una novità che un foro romano fosse presente nella zona, in quanto era stato tramandato grazie a dei ricordi e ulteriori ricerche. Ma non si era ancora localizzato il luogo esatto dove questo giaceva.
Le precedenti indagini, infatti, non avevano portato buone notizie e solo grazie alla tecnologia è stato possibile rivelare dove questi resti fossero sepolti dando una precisa ubicazione.
L’importanza storica
Già a partire dal 1707, questi resti furono citati da Robert Sibbad, che scrisse di aver avvistato un forte romano vicino Carleith Farm. E negli anni ’70 e ’80 ci sono stati degli scavi che però non hanno dato esiti positivi.
Grazie alla radiometria che è capace di misurare il campo magnetico terrestre e rivelare resti archeologici rimasti invisibili, si è potuto identificare il basamento in pietra di questo reperto che rimane incastonato nel sottosuolo.
Al di sopra di questo, costruirono una torba, che serve per posizionare un bastione di circa 2 metri di altezza. E faceva parte di dislocamenti militari e sarebbe stato occupato da circa 10 o 12 soldati romani.
Secondo gli esperti, questi, presidiavano il forte per un massimo di sette giorni prima di venire sostituiti dai loro colleghi. E passavano i loro giorni dentro a delle casette di legno utilizzate per circa 20 anni.
Il forte, faceva parte del Valle Antonino e la scoperta ha fatto si che il reperto sia entrato a far parte di un pezzo di questa fortificazione che fu costruita in Scozia durante l’Impero Romano nel 142 sotto il regno di Antonino Pio.
La fortificazione, venne costruita per difendere il Vallo di Adriano che si trova a circa 160 km più a sud a confine con la Britannia e il forte ritrovato, pare sia stato abbandonato dopo 20 anni quando le legioni si ritirarono proprio nel Vallo di Adriano.