Avete mai sentito parlare di buchi in fondo al mare? Ce ne sono milioni, ed ora gli esperti finalmente svelano il motivo.
La natura non manca ancora oggi di sorprendere. Costringendo più spesso di quanto si pensi a rimettere in discussione ipotesi, studi, fatti dati ormai per accertati. Come nella vicenda di oggi, che mette finalmente la parola fine, su di un mistero che si cerca di svelare da anni. Sapete di che si tratta? Ve lo raccontiamo oggi.
Chi si diletta nella lettura anche solo per hobby, di fenomeni che riguardano il mondo della natura, ad esempio quello dei mari, non sarà del tutto estraneo al concetto di buchi in fondo al mare. Se vi sembra strano, sappiate che c’è almeno un posto nel mondo dove sono moltissimi, praticamente milioni.
Ci riferiamo al Mare del Nord, precisamente al largo della Germania. Da anni gli scienziati si interrogano sui suoi fondali. Il motivo è molto semplice. A quanto pare si trovano in profondità incalcolabili buchi di forma circolare, poco profondi. Negli anni alcuni di questi si sono anche fusi tra loro, andando a formare un buco ben più grande.
Le stime ci parlano di fori di circa 60 metri di diametro e quasi 11 centimetri di profondità. Gli esperti si sono interrogati per anni sulle loro origini, dando vita alle più disparate ipotesi, talune anche molto improbabili e strampalate. Ad un certo punto la più accreditata era l’idea che si trattasse di numerose infiltrazioni di metano provenienti dal suolo.
Vi potrà sembrare strano, ma esistono zone del mondo dove queste cose in realtà accadono, dunque perché non avrebbe potuto essere così anche per il Mare del Nord? Eppure ora ci pensa un dettagliato studio a mettere la parola fine sulla vicenda.
Niente metano dunque secondo lo studio da poco condiviso sulla rivista Nature Communications Earth & Environment. Nessuna delle ipotesi prese in considerazione negli anni avrebbe mai potuto arrivare a questa risoluzione. Come mai? Il motivo è semplice. Fino ad oggi gli scienziati avevano provveduto alle ricerche con un ecoscandaglio che però non aveva mai consentito una sufficiente mappatura dei buchi.
Cambiando strumento, ed utilizzandone uno definito ad impulso multiplo, il mistero è stato svelato. I buchi sono nientemeno che frutto dell’azione di animali noti come Focene. Simpaticissimi cetacei, simili nell’aspetto ai delfini ed anche nella socievolezza a dir la verità. Si trovano per la maggior parte nell’emisfero settentrionale.
A spiegare il tutto è il professor Jens Schneider von Deimling dell’università di Kiel. Ad insospettire il team il fatto che il fondale fosse troppo poroso per permettere fuoriuscita di metano. Inoltre i buchi finalmente esaminati a dovere, risultano avere una profondità poco compatibile con una origine gassosa: avrebbero infatti dovuto essere conici.
A quanto pare invece, le simpatiche focene hanno l’abitudine di scavare in profondità, per cercare le prede come le anguille. Purtroppo non si è ancora riusciti ad immortalarle al lavoro. Gli scienziati però confidando che possa accadere presto. Una buona notizia dicono gli esperti. Soprattutto perché non è mai una buona cosa l’idea di una fuoriuscita di un gas dalle acque. E che esclude definitivamente anche l’idea di un problema sismico del territorio.
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