Mare, scoperta eccezionale avvenuta in acqua: data per dispera e invece…

Il mare è un luogo affascinante e misterioso. Le acque profonde sono in grado di mantenere segreti per secoli. Il fondale marino, del resto, è il luogo per eccellenza, dove si nascondevano e venivano conservati, per anni e anni, i tesori dei pirati. Ancora oggi, nonostante lo abbiamo navigato in lungo e largo, il mare è in grado di sorprenderci spesso con alcuni ritrovamenti inaspettati.

sommozzatore, mare
Sommozzatore fa una scoperta in mare – Viaggi.Nanopress.it

Quanto scoperto in mare di recente, del resto, ha dello sbalorditivo, ancor più perché la scoperta ci riguarda da vicino. E’, infatti, nei fondali vicini alle nostre coste che il ritrovamento ha riportato alla luce un oggetto, oramai, dato per disperso. Il teatro del ritrovamento è, addirittura, l’isola di Capri, nei pressi della Grotta Bianca. L’isola che tutti conoscono ed amano che rende il tutto ancor più carico di fascino e meraviglia.

Una scoperta davvero eccezionale fatta in mare

La scoperta, come quasi sempre accade in queste circostanze, è avvenuta per caso. Il nucleo subacqueo della Questura di Napoli, infatti, impegnato in una missione proprio nei pressi della Grotta Bianca di Capri, notando qualcosa di particolare ha prontamente allertato la Soprintendenza dell’Area Metropolitana del capoluogo campano. La missione di recupero ha lasciato gli operatori impegnati davvero esterrefatti dinanzi al sensazionale ritrovamento.

Gli esperti della Soprintendenza napoletana, con la collaborazione ed il supporto della Polizia Sommozzatori di Napoli e i Carabinieri del TPC, si sono ritrovati dinanzi ad oggetti dispersi da almeno 3.000 anni. Quello che hanno rinvenuto sarebbe, infatti, il carico di una nave di epoca neolitica. Parliamo, quindi, di oltre tremila anni fa. Gli oggetti, per i quali è stata necessaria più di una immersione, sono composti essenzialmente quasi tutti di ossidiana.

Isola di Capri
Formazioni rocciose dell’Isola di Capri – Viaggi.Nanopress.it

Il materiale nel corso dei millenni si sarebbe, così, mantenuto intatto nonostante l’opera di corrosione delle acque salate del mare. A più di quaranta metri di profondità, per un’area di dispersione davvero vasta, sul fondale dell’isola di Capri, quanto ritrovato dai sommozzatori delle forze dell’ordine e dalla Soprintendenza ha, dunque, dell’incredibile e sarebbe di inestimabile valore. Tra i primi oggetti, riportati alla luce, un nucleo lavorativo in ossidiana.

L’oggetto dato per disperso apre nuovi scenari

L’ossidiana, tra l’altro, è un prezioso vetro vulcanico del quale, ovviamente, l’area doveva essere molto ricca già nell’antichità. Il ritrovamento in questione e la grande estensione del sito subacqueo potrebbero permettere la conoscenza del Mediterraneo più antico. Dal mare, infatti, raccogliendo queste essenziali e preziose testimonianze si potrebbe far luce su quella che, ad oggi, è una epoca tutta da scoprire.

Nelle prossime settimane, con l’intervento anche della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, bisognerà studiare il fondale estendendo le ricerche in maniera tale da poter far riemergere gli antichi tesori e, laddove fosse possibile, anche lo scafo della nave neolitica che, sicuramente, dovrebbe trovarsi ancora lì adagiato sul fondo del mare.

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