Il 19 dicembre scorso un vulcano sottomarino del Mar Rosso ha cominciato a eruttare. Il 23 dicembre ha generato una nuova isola. Pochi giorni fa l’eruzione è terminata e l’isola è ancora là. Un pezzo di terra di 500 m di diametro 60 km al largo delle coste dello Yemen, originatosi all’interno dell’arcipelago vulcanico di Zubair. E c’è chi è pronto a scommettere che quest’isola possa presto diventare una destinazione turistica di rilievo grazie alla sua unica attrattiva di essere il pezzo di terra più giovane al mondo su cui poter camminare.
L’ipotesi è stata avanzata dal vulcanologo Haraldur Sigurdsson, dell’Università di Rhode Island. Naturalmente la sua è poco più che una battuta, dal momento che spiega anche come un eventuale visitatore non troverebbe altro che un pezzo di terra brulla, rocciosa e dal clima secco. Che poi è più o meno l’identikit di tutto il gruppo vulcanico delle Zubair, un arcipelago appartenente allo Yemen, completamente disabitato proprio per essere un ammasso di terre vulcaniche: le latitudini alle quali si sono generate non fanno parte di una fascia climatica ideale per lo sviluppo della vegetazione. La nuova isola si trova proprio nel bel mezzo tra Haicock Island e Rugger Island: nella foto di apertura, scattata il 23 dicembre dal satellite della NASA EO-1, potete vedere la sua nascita al momento dell’eruzione. Qui di seguito, invece, ecco una foto ripresa il 15 gennaio, ad eruzione terminata.
La nuova isola è larga dai 530 ai 710 metri. Nel gruppo delle Zubair non se ne originavano da più di un secolo; mentre la nascita più recente di un’isola vulcanica risale al 1963, quando un’eruzione in Islanda ha creato l’isola di Surtsey. L’Islanda è nota per essere una zona ad alta attività vulcanica, ma Sigurdsson ricorda come in realtà anche qui non siamo da meno: siamo infatti nella Great Rift Valley, una spaccatura della crosta terrestre tra il continente e africano e quello asiatico che genera un vulcanismo che copre un’area di 5000 km. Molti fenomeni non vengono avvistati perché si originano lontani da centri abitati: ma in questo caso sono stati proprio dei pescatori ad avvistare il primo pennacchio di fumo e l’eruzione lavica che si alzava oltre i 30 metri.
Le isole vulcaniche generalmente hanno vita breve, poiché le correnti marine tendono a eroderle e inghiottirle subito. A una prima analisi, però, questa nuova isola sembrerebbe essere abbastanza solida da poter resistere. Che la previsione di Sigurdsson sia destinata ad avverarsi e presto tutti sborseremo denaro per poter mettere piede sulla nuova terra? Lo scopriremo fra qualche anno, o forse decennio.