Una nuova scoperta in Italia appena annunciata dagli studiosi. Qualcosa dicono, di mai visto prima d’ora. Di che si tratta?
Non solo il 2023 è stato un anno davvero proficuo per le ricerche in diversi campi. Dalla natura all’archeologia. Anche il 2024 sebbene sia solo agli inizi sembra però non essere da meno. Ogni giorno si fanno scoperte e passi in avanti in ricerche che esistono da diverso tempo. Come nella storia che raccontiamo oggi.
Una nuova scoperta in Italia, ecco di che si tratta
La scoperta cui facciamo riferimento rende orgogliosi gli esperti nostrani. Sì, perché pare che sia proprio avvenuta nel nostro paese. Si tratta di qualcosa di relativo al variegato mondo della natura, che non manca mai davvero di stupirci.
Per raccontare questa storia dobbiamo recarci nella zona delle Prealpi Bergamasche. Una bellissima e rigogliosa sottosezione delle Alpi, che si trovano nella zona più a sud delle Alpi Orobie e rientrano nel territorio della regione Lombardia, toccando Bergamo, Lecco e Brescia.
Nella parte più a nord invece le Orobie sono caratterizzate da diverse bellissime valli. Come la Valle Imagna, la Val Seriana, la Valsassina e la Val Nembo, solo per citarne alcune.
Ebbene in queste zone che osiamo definire incantate, gli scienziati hanno portato a termine un bel risultato. Una nuova scoperta in Italia che definiscono proprio qualcosa di mai visto prima. Si tratta di un fiore che hanno ribattezzato Campanula di Bergamo. Ad individuarla sono stati degli scienziati dell’Università di Milano e Siena. Ad essere del tutto precisi il suo nome sarebbe Campanula bergomensis, ed è davvero notevole.
La campanula di Bergamo
I botanici che se ne sono occupati hanno provveduto a spiegarne le caratteristiche in uno studio sulla rivista di settore Phytotaxa. Insomma, un bel progetto di ricerca che ha visto collaborare le Università di Milano e Siena, avvalendosi della collaborazione del team di Flora Alpina Bergamasca.
Si tratta questo, di un fiore che cresce in ambienti diversi da quelli in cui di norma si trovano le campanule. In particolare nella Valle della città di Clusone, a poca distanza da Bergamo appunto. Pare che abbia molto in comune con la Campanula Cespitosa, che si recupera anche in Slovenia ed Austria. In realtà le similitudini sono puramente estetiche. Dalle analisi generiche e morfologice pare infatti che la Campanula di Bergamo abbia caratteristiche autonome tutte sue.
Attualmente diversi esemplari sono stati portati nell’Orto Botanico Città Studi della Statale di Milano. Il motivo oltre al volerle studiare da vicino, è consentirne la riproduzione al riparo dai pericoli. Pare infatti che la specie sia molto danneggiata delle attività umane. Dunque dicono gli esperti, ora che è stata individuata è bene proteggerla e conservarla.
Una scoperta questa, che gli esperti definiscono importante, perché ancora oggi conferma quanto ci sia da scoprire della biodiversità di queste zone. C’è ancora molto da indagare dicono, anche in territori già largamente esplorati.