Libri velenosi, esistono davvero? A quanto pare sì: sono antichi e hanno tutti la copertina verde brillante. Ecco cosa si nasconde dietro questi affascinanti volumi.
Non bisogna di certo essere per forza un bibliotecario o un vecchio libraio per avere a che fare con libri antichi e volumi preziosi. Non è infatti raro che qualsiasi appassionato o collezionista abbia in casa, in bella mostra nella propria libreria, un pezzo unico risalente a tantissimo tempo fa.
Nella maggior parte dei casi, questi volumi spiccano tra tutti per la loro copertina, verde e brillante, che conferisce al libro un aspetto più elegante e attraente. Peccato però che proprio questo colore potrebbe essere un problema per la salute dell’uomo. E il motivo è presto detto.
Libri velenosi, quelli dalla copertina verde potrebbero essere belli (quasi) da morire
La relazione tra veleno e libro è più stretta che mai. Non tutti sanno infatti che tra il XVI e il XIX secolo era cosa comune applicare nelle copertine di stoffa dei pigmenti verdi per conferire ai libri un aspetto più vivace e accattivante. Questi pigmenti contenevano arsenico. Questo un composto chimico con il tempo si trasferiva inevitabilmente anche alle pagine del libro, rendendolo altamente pericoloso per chiunque lo maneggiasse.
A questo proposito, Melissa Tedone del Winterthur Museum, Garden & Library nel Delaware ha dato il via a un progetto interessante chiamato Poison Book Project con l’obiettivo di individuare e catalogare tutti i volumi tossici presenti al mondo. Fino a ora, i libri rintracciati sono quasi un centinaio e presentano tutti, nella loro copertina di stoffa verde, una piccola quantità di arsenico.
Poison Book Project
All’origine di questo progetto vi è il ritrovamento di un libro del 1857, Rustic Adornments for Homes and Taste. Il volume era visibilmente malconcio e richiedeva un lungo lavoro di restauro. Tedone quindi si mette subito al lavoro per ridare vita a quell’opera preziosa. Durante l’osservazione della copertina al microscopio, l’esperta si rende conto che il tessuto del libro non era stato trattato con del colorante, ma con un pigmento verde.
Una volta sottoposto il volume a un’analisi approfondita con spettrometro a fluorescenza a raggi X, Tedone è riuscita a risalire alla composizione chimica della copertina. Ciò che ha scoperto è che la stoffa verde era stata colorata con pigmenti di rame e arsenico che davano vita al tanto amato verde smeraldo, colore simbolo dell’epoca vittoriana.
Secondo le ricerche, la quantità di arsenico era pari a 1,42 milligrammi per centimetro quadrato, quantità che se ingerita o inalata avrebbe potuto avere delle spiacevoli conseguenze sulla salute umana.
L’arsenico, i libri velenosi e “la malattia del libraio”
L’arsenico è un composto chimico tossico e la sua letalità per l’uomo dipende dalla quantità assunta e dalla durata dell’esposizione. Si tratta di un veleno cumulativo. Questo significa che anche piccole quantità ingerite o inalate nel tempo possono accumularsi nel corpo e causare danni alla salute in un secondo momento.
L’avvelenamento per arsenico era molto frequente in passato e colpiva soprattutto, non a caso, i bibliotecari tanto da essere stato definito come “malattia del libraio“. Si tratta di una condizione che si verificava quando i librai si esponevano inconsapevolmente per lunghi periodi alle sostanze tossiche contenute all’interno dei volumi.
A causa del contatto prolungato con questi composti chimici, i librai potevano sviluppare una serie di problemi di salute, tra cui irritazioni cutanee, danni al sistema respiratorio e avvelenamento.
L’avvelenamento del libraio era particolarmente diffuso. Questo perché il contatto diretto con le pagine durante la manipolazione quotidiana dei libri poteva favorire l’assorbimento di piccole quantità di arsenico attraverso la pelle o l’inalazione delle polveri. L’esposizione acuta a dosi elevate di arsenico poteva causare nausea, vomito, diarrea, crampi addominali intensi, confusione, convulsioni e insufficienza cardiaca, e persino portare alla morte.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’avvelenamento del libraio è un termine storico che fa riferimento a un periodo in cui non erano ancora noti gli effetti dannosi dell’arsenico e delle altre sostanze tossiche. Oggi il rischio di avvelenamento del libraio è notevolmente ridotto.
Se si ha in casa un libro antico dalla bellissima copertina verde smeraldo, quindi, la soluzione non è disfarsene. Basta adottare le giuste precauzioni e maneggiare il volume con più consapevolezza.