Il prossimo svuotamento del lago di Vagli avverrà nel 2016, come ha annunciato in questi giorni il sindaco del paese di Vagli Sotto, Mario Puglia. Dopo ben vent’anni, il borgo fantasma di Carregine tornerà ad emergere dalle acque, per la gioia di molti. Sarà uno spettacolo di rara bellezza, oltreché un’ottima occasione per dare una spinta al turismo della zona della Garfagnana, in provincia di Lucca.
Fabbriche di Careggine fu fondato nel XIII secolo, da un gruppo di fabbri ferrai di Brescia. Nel 1941, sotto il regime fascista, Enel decise di costruire un bacino idroelettrico nel comune di Vagli Sotto. Negli anni immediatamente successivi fu costruita la diga, alta ben 92 metri, che poco alla volta sommerse completamente il borgo medievale: all’epoca contava soltanto 31 case e 146 abitanti. Costoro furono trasferiti in nuove abitazioni, a Vagli Sotto.
Da allora la diga è stata svuotata diverse volte, per effettuare manutenzioni di varia natura, tuttavia l’ultima volta risale al 1994. Sono quindi, oltre vent’anni che il paese sommerso di Carregine non vede la luce.
Il sindaco di Vagli, Mario Puglia, aveva parlato di un possibile svuotamento della diga, già durante la sua campagna elettorale nel 2014 e proprio in questi giorni è tornato sulla questione, confermando che la manovra verrà effettuata concretamente nel 2016.
Il motivo per cui dall’ultimo svuotamento sono trascorsi vent’anni (il periodo più lungo in assoluto dalla creazione della diga) è da ricondurre alle amministrazioni precedenti, le quali nutrivano diversi dubbi circa la capacità del paese e della zona circostante di reggere un importante afflusso di turisti, che il riemergere dalle acque di Carregine avrebbe generato.
L’ultima volta, infatti, nel 1994, si catapultarono sul posto oltre un milione di persone…senza considerate che, al tempo, l’informazione non correva certo veloce come oggi!
La nuova amministrazione invece, ha saputo cogliere il potenziale di un’azione del genere: si tratta infatti di un’opportunità non da poco per far rifiorire il turismo e l’economia del luogo.
Pronti a partire?