La scoperta di un minerale e il mistero di una “civiltà interiore”

La scoperta di un minerale conosciuto come ringwoodite e che potrebbe, finalmente, svelare l’esistenza delle leggendarie “civiltà interiori”.

Minerali
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Il ricercatore David Wikock, grazie al ritrovamento del minerale ringwoodyte, ha azzardato la teoria che sotto la crosta terrestre potrebbero esistere delle “civiltà interiori”. La presenza del minerale di colore blu ha portato a pensare alla possibile presenza di un oceano sotto la crosta terrestre.

La ringwoodite, la cui formula è SiMg2O4, e che prende il nome dal biochimico che lo scoprì Alfred Ringwood, fu trovata per la prima volta nel 2008 in Brasile nella regione del Mato Grosso. Alcuni minatori portarono alla luce un diamante all’interno del quale i ricercatori e gli scienziati trovarono un frammento di ringwoodite.

Fu una scoperta molto importante perché i ricercatori stimarono che il diamante si formò tra i 4 e i 600 chilometri sotto la crosta terrestre. La caratteristica della ringwoodyte è quella di trattenere al suo interno una piccola percentuale di acqua, all’incirca l’1 e il 2 % del suo peso.

Il minerale rinvenuto in Brasile

Certamente si tratta di una quantità piuttosto esigua, ma se fosse rappresentativa di tutta la zona, significherebbe che in quella parte della terra la quantità di acqua presente in realtà è immensa. Gli scienziati parlano, addirittura, di una quantità paragonabile alla massa totale di tutti gli oceani presenti sulla terra messi insieme.

Non si tratta, naturalmente, di un vero e proprio oceano, perché l’acqua presente nel mantello ha, comunque, una forma diversa. Si parla della forma di ioni idrossido o OH-, che si trovano intrappolati all’interno della struttura del minerale.

Una scoperta importante perché potrebbe spiegare l’attività vulcanica e tettonica del pianeta. Per il momento si tratta soltanto di una teoria, in quanto gli scienziati sono molto più portati e interessati a studiare ciò che sta al di sopra della terra e non sotto.

Ringwoodite
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Gli esperimenti che portano avanti sono, infatti, rivolti molto di più verso lo spazio piuttosto che scandagliare sotto la crosta terrestre. Il diamante ritrovato sembra sia arrivato in superficie attraverso un’eruzione vulcanica e dalla kimberlyte, una roccia profonda, formata dal magma.

Il mistero delle “civiltà interiori”

I nuovi risultati indicano, quindi, che, sia il mantello che la crostra terrestre sono ricche di acqua. Riescono, quindi, a mantenere attivo il motore interno del pianeta e, allo stesso tempo, sostenere la ricca biosfera che possiamo ammirare sulla superficie.

L’altra teoria interessante che arriva da questa scoperta è presentata dal ricercatore David Wilcock. Questa è legata alla possibilità che sotto la crosta terrestre possano vivere delle “civiltà interiori”. A sostegno di questa sua teoria ci sarebbe l’esempio della civiltà degli atlantidei che si rifugiarono sotto la crosta terrestre per sopravvivere in tempi difficili e dove poi scelsero di rimanere.

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