La porta del paradiso, un luogo unico e mistico tra i più inaccessibili al mondo. Ecco la storia di questo posto lontano e misterioso.
Esistono luoghi al mondo sconosciuti ai più, inarrivabili e sperduti. Questo è uno dei motivi che li rende però affascinanti e unici, come questo luogo inaccessibile con un panorama unico.
Qui di sembrerà di sfiorare il cielo con un dito, un viaggio alla riscoperta di se stessi in un luogo mistico che è diventato ad oggi anche un luogo di culto.
Si trova in Georgia ed è chiamato “porta del paradiso” proprio per la sua altezza e la sua inaccessibilità. Andiamo a scoprire questo luogo misterioso e la sua affascinante storia.
La porta del paradiso, la piccola chiesa che sfiora il cielo
In Georgia, a circa 10 chilometri dalla città di Chiatura, si trova uno scenario incredibile, un luogo affascinante e mistico, tanto sorprendente da non sembrare reale.
Qui infatti, si trova il Katskhi Pillar, un pilastro naturale enorme che arriva a un’altezza di ben 40 metri. Si tratta di un monolite calcareo, che sembra letteralmente immerso tra le nuvole.
Attorno, una folta vegetazione, che crea un paesaggio quasi surreale alla vista. Come se non bastasse, in cima al monolite, si vede a malapena una piccola chiesa che pare sospesa in cielo. Questa chiesetta si è guadagnata l’appellativo di “porta del paradiso” proprio perché sembra toccare il cielo, e per la sua inaccessibilità ai più.
Si tratta di un luogo mistico e affascinante, sede di miti e leggende e considerato dagli abitanti locali come Pilastro della vita, poiché è proprio qui che gli asceti nel corso dei secoli si sono rifugiati per vivere esperienze spirituali.
Non si hanno notizie certe su come e chi ha costruito quella piccola costruzione in cima al monolite, ma negli anni è diventata man mano un luogo di culto.
Katskhi Pillar come luogo di culto
Quando il cristianesimo si diffuse in Georgia nel X secolo, la chiesetta diventò presto l’abitazione di monaci asceti, e si diceva che fu costruita nel VI secolo in onore del monaco teologo bizantino Massimo il Confessore.
Poi però, questo luogo fu dimenticato per secoli, fino a tempi più recenti. Nel 1944 infatti, un gruppo di alpinisti scalò quel monolite e scoprì così la chiesetta.
L’edificio fu restaurato e riprese la sua funzione di luogo di culto, solo a partire però dagli anni ’90. Ad oggi, la costruzione è una chiesa ortodossa ed è abitata dal 1995 dal monaco ortodosso Maxime Qavtaradze.
Questo sacerdote vive la sua vita in assoluta solitudine e raccolto in preghiera, scendendo dal pilastro solo una volta a settimana, e per farlo deve scendere ben 131 scalini.
Il luogo mistico e inaccessibile è diventato oggetto di pellegrinaggio da parte dei fedeli ortodossi che si recano in quel luogo sconosciuto con lo scopo di avvicinarsi al paradiso. Il pellegrinaggio dei visitatori però non è consentito fino alla cima del monolite.
E’ quindi impossibile vedere la chiesa, ma si può salire per una prima parte del gigantesco pilastro, fino a dove si trova una croce incastonata nella roccia del VI secolo. Qui ci si può fermare e pregare, alla ricerca del paradiso.
Diverso invece, il discorso per i sacerdoti uomini, a cui invece è consentito di salire fino alla cima. Si tratta di un percorso impervio e pericoloso, ma che i sacerdoti ritengono necessario per avvicinarsi al paradiso.