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Un team di archeologi egiziani ha ritrovato la mummia di una donna, di epoca greco-romana, morta circa 2300 anni fa: lo scheletro è stato rinvenuto in Egitto nel sito di Bahariya, 300 chilometri a sud ovest de Il Cairo.
Nell’antichissimo sito di Bahariya, a 300 chilometri da Il Cairo, sono appena state rinvenute ben 14 tombe e se pensiamo che la scoperta è avvenuta per puro caso, durante i lavori per la realizzazione di un centro giovanile, possiamo a buona ragione credere in un colossale colpo di fortuna.
Dopo la recente scoperta di una serie di tombe a Giza e, solo qualche settimana fa, il rinvenimento di un’antica e affascinante porta intagliata nel granito rosso, la cosiddetta Porta del Tempo, l’Egitto continua a essere protagonista di una serie di importanti passi per l’archeologia mondiale.
La mummia della donna, scoperta da una squadra di studiosi egiziani, è contenuta in un sarcofago in gesso, lungo appena un metro.
La donna, di epoca greco-romana, dovrebbe essere morta circa 2300 anni fa e le sabbia del sito di Bahariya ne hanno silenziosamente conservato i resti fino ad oggi.
Abiti romani e uno sguardo che presenta ancora pigmenti di colore nelle iridi, particolare che contribuisce alla magia di un incontro fuori dal tempo, nell’atmosfera di una storia che si anima e popola di misteriose presenze.
Insieme al reperto gli archeologi hanno portato alla luce una placca in oro, decorata con la rappresentazione dei quattro figli del dio Horus, oltre a una serie di recipienti in argilla e vetro.
Le 14 tombe del sito di Bahariya, emerse accidentalmente durante la realizzazione di un centro giovanile, hanno lasciato emergere nella cruda luce del solleone egiziano, questa antica donna, che sembra guardare dalle profondità di un tempo immemore.
Ora speriamo che la scoperta archeologica, di inestimabile importanza, contribuisca a gettare nuova linfa (e finanziamenti) ai ricercatori impegnati nelle missioni di scavo in Egitto.