Insetto pericoloso sta invadendo queste zone d’Italia, provocherà dei seri danni

Un insetto pericoloso è arrivato in Italia seminando il panico tra gli agricoltori. Si tratta di una specie innocua per l’essere umano, ma altamente nociva per piante e coltivazioni. Ecco di cosa si tratta.

Insetto pericoloso in questa zona
Insetto pericoloso in questa zona – viaggi.nanopress.it

Starebbe da giorni causano danni non indifferenti al settore agricolo e si starebbe nutrendo di piante, fiori e frutti, impattando negativamente anche dal punto di vista economico sull’agricoltura in alcune zone del nostro Paese.

Quest’insetto di cui si sta tanto parlando negli ultimi tempi sta letteralmente seminando il panico. La sua presenza, infatti, sta devastando moltissime coltivazioni nelle regioni del nord. Tuttavia, gli esperti rassicurano che non si tratti di un’emergenza della quale preoccuparsi in maniera esagerata.

Popillia japonica, l’insetto pericoloso che ha raggiunto il nord Italia

Lombardia e Piemonte hanno già fatto conoscenza con la specie Popillia japonica, ma anche Emilia Romagna, Valle d’Aosta e Trentino pare l’abbiano conosciuta.

É proprio questo l’insetto che sta danneggiando i terreni coltivati, gli alberi da frutto, gli arbusti da bacca e le viti di queste aree del nord Italia.

Tuttavia, nei giorni scorsi gli esperti hanno assicurato che si tratti di casi isolati che non possono in alcun modo essere definiti come veri e propri focolai. In Vallagarina, la porta del Trentino, per esempio le autorità hanno già avviato le attività di monitoraggio che continueranno per tutta la stagione e oltre con l’obiettivo di individuare gli organismi nocivi per le piante ed eventualmente intervenire prontamente.

Insetto pericoloso
Insetto pericoloso – viaggi.nanopress.it

La Polillia japonica negli scorsi anni era già stata avvistata in Europa, passando dal Portogallo all’Italia e finendo anche in Svizzera, Inghilterra e Germania. Ma di cosa si tratta nello specifico?

Che cos’è la Polillia japonica

L’insetto in questione è un coleottero scarabeide originario del Giappone. In Italia la sua presenza è stata segnalata per la prima volta nel 2014, a Turbigo, grazie a Gabriele Franzini e Giovanni Micheli.

Secondo gli esperti, sarebbe arrivato nel nostro Paese tramite i trasporti internazionali che collegano la Penisola con il resto del mondo. Una volta arrivato a destinazione, poi, l’insetto avrebbe trovato terreno fertile nel quale proliferare.

La Popillia japonica è un insetto altamente nocivo. Non a caso la Commissione europea lo ha inserito nella lista dei venti organismi nocivi prioritari di cui i Paesi dell’Europa dovrebbero particolarmente monitorare.

Gli adulti di Popillia japonica, infatti, sono particolarmente voraci di fiori e foglie e sono in grado di radere al suolo in poco tempo interi terreni coltivati. Tra le piantagioni più colpite troviamo soia, mais, pomodori e fagioli, ma l’insetto non disdegna nemmeno le viti, gli alberi quali noccioli, tigli e olmi, radici erbose, piantine e fiori, in particolare rose.

Anche le larve possono danneggiare le colture: sin dal periodo di sviluppo, infatti, si nutrono di radici delle piante sia da coltivazione sia spontanee.

Riconoscere questo insetto è piuttosto semplice. La sua colorazione che va dal verde metallico al ramato è infatti inconfondibile. Inoltre è caratterizzato dalla presenza di piccoli ciuffi di peli bianchi sulla parte posteriore del suo corpo ovale.

Popillia japonica
Popillia japonica – viaggi.nanopress.it

Nonostante le sue ridotte dimensioni (non raggiunge infatti più dei 7 millimetri di lunghezza), questo piccolo coleottero che si muove in gruppo è decisamente invasivo e pericoloso. Esistono però dei modi con i quali combattere la sua indesiderata presenza.

Come combattere questo insetto pericoloso: la lotta biologica

Secondo quanto riportato su alcuni blog di settore online, uno dei modi per eliminare in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente la popolazione di quest’insetto è la lotta biologica. Questa consiste nell’introdurre predatori naturali o parassitoidi specifici che attaccano e si nutrono del coleottero giapponese, ristabilendo l’equilibrio naturale in modo meno invasivo rispetto a quanto possa fare l’uso di insetticidi chimici.

Tra i diversi organismi utilizzati nella lotta biologica contro la Popillia japonica troviamo:

  • Ovavesicula popillae: un fungo microsporidio in grado di infettare e ridurre la sopravvivenza invernale delle larve oltre che diminuire la fecondità delle femmine adulte.
  • Paenibacillus popilliae (Milky Spore): un batterio che infetta e uccide le larve di popillia.
  • Tiphia vernalise e Tiphia popilliavora: si tratta di due vespe in grado di parassitare le larve portandole alla morte.
  • Istocheta aldrichi: questo è un parassitoide delle larve del coleottero giapponese. Le femmine depongono le uova sul torace degli adulti di Popillia japonica determinandonela morte attraverso l’attività trofica delle sue larve.
  • Nematodi entomopatogeni: i nematodi entomopatogeni sono piccoli vermi che possono essere applicati nel terreno per infettare e uccidere le larve dello scarabeo giapponese. Questi nematodi sono sicuri per le persone, gli animali domestici e l’ambiente.

Altre soluzioni

Più efficaci delle soluzioni biologiche sono poi quelle chimiche che però, se da una parte possono eliminare velocemente il problema della presenza di questo insetto dall’altra hanno impatti negativi e pericolosi sull’ambiente e sulla salute umana.

Popillia japonica in Italia
Popillia japonica in Italia – viaggi.nanopress.it

Alcuni dei tipi di insetticidi utilizzati nella lotta chimica contro lo scarabeo giapponese includono insetticidi a base di neonicotinoidi e Piretroidi. Questi prodotti agiscono sul sistema nervoso centrale degli insetti, provocando paralisi e morte. Tuttavia sono piuttosto tossici e persistenti nell’ambiente.

L’elevata densità delle popolazioni dello scarabeo giapponese, è indubbio, può alterare l’equilibrio degli ecosistemi locali e influenzare la biodiversità. L’introduzione di questa specie invasiva può soppiantare o ridurre la presenza di altre specie autoctone, creando un impatto negativo sulla fauna locale e sugli ecosistemi naturali, oltre danni all’agricoltura locale.

Per questo le autorità stanno cercando di monitorare e gestire attentamente la popolazione dello scarabeo giapponese per ridurre gli effetti negativi sulle colture e sull’ambiente nelle regioni coinvolte.

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