Nascosto in un acquedotto romano si nascondeva qualcosa di incredibile. Vi raccontiamo questa scoperta che ha lasciato tutti senza parole. Di che si tratta?
Una scoperta incredibile fatta grazie all’intuizione di un gruppo di studiosi. A volte possono essere luoghi antichissimi a nascondere qualcosa che non ci si sarebbe mai aspettati di trovare. E che ci racconta molto del passato di quei luoghi. Un altro giorno fortunato per le sempre più numerose scoperte archeologiche di quest’anno. E questa volta avviene proprio in casa nostra. Sapete dove ci troviamo? Scopriamolo.
Qualcosa di inaspettato nascosto in un acquedotto romano
La storia di oggi inizia in seguito ad un’ispezione svoltasi in una palazzina nella città di Tivoli. Comune della città metropolitana di Roma, è un territorio bellissimo che si trova alle pendici dei Monti Tiburtini.
Che possa essere ed è stata in passato, sede di importanti ritrovamenti storici non stupisce affatto, considerata la sua storia. Anticamente nota col nome latino Tibur, o secondo Virgilio, Tibur Superbum, è la città più antica di Roma, addirittura forse fondata dagli Aborigeni durante la primavera sacra.
E infatti vanta la presenza di diversi importanti siti di interesse, come l’Anfiteatro di Bleso, la Grotta Polesini, il Santuario di Ercole e la maestosa Villa Adriana.
Questa volta il ritrovamento avviene in un’abitazione privata in Viale Mannelli. Un traguardo interessante messo a segno dall’equipe del gruppo Sotterranei di Roma. All’interno dello scantinato di questo edificio, grazie ad un’incredibile intuizione, gli archeologi hanno individuato addirittura un rifugio antiaereo.
Sembra essere un rifugio che risale all’epoca della seconda guerra mondiale, e realizzato all’interno della struttura di un acquedotto romano. Tivoli all’epoca del tremendo conflitto venne infatti molto bombardata dagli alleati.
Il rifugio nascosto nei sotterranei di Tivoli
A quanto racconta il team incaricato, dei sospetti sulla presenza di una struttura simile sono nati osservando le mura. A quanto pare le pareti dell’acquedotto sono state riadattate e trasformate in un vero bunker.
Scelta ottima, perché come la storia ci ha ampiamente dimostrato, le costruzioni dell’Antica Roma erano davvero progettate per durare per l’eternità. E questa ne è davvero l’ennesima testimonianza.
La domanda è come si sia arrivati a individuarlo con esattezza. Presto detto. A scatenare la curiosità erano state le pareti dello scantinato di Viale Mannelli. Esaminando alcuni documenti circa il terreno dove si trova la palazzina, archeologi e speleologi hanno avanzato l’ipotesi che in quella zona potesse passare un acquedotto.
Precisamente una galleria dell’Acquedotto Marcio. Si tratta di uno dei più lunghi ed antichi di Roma. Costruito per volontà del pretore Quinto Marcio Re, misurava 91,208 chilometri. Le sue sorgenti passano nella valle dell’Aniene.
Fatta questa ipotesi, il primo sopralluogo del team guidato da Federico Bruschini e Luca Messina ha immediatamente individuato il bunker. In poche parole passando da un tunnel nelle cantine, si trovava questa costruzione con una struttura definita “antisoffio”, adatta quindi a proteggere dagli aerei.
La struttura del bunker nascosto in un acquedotto romano
Il team di Sotterranei di Roma lo descrive come un rifugio costruito tramite mezze pareti fatte di foratini, che portano ad un percorso a slalom. Un tipo di tecnica utile per lasciar passare le persone, ma di fatto avrebbe assorbito tutti gli effetti collaterali dello scoppio di una bomba, primo tra tutti spostamenti d’aria e poi le schegge.
Il 26 maggio 1944 Tivoli venne infatti pesantemente bombardata. Secondo le ricostruzioni, la città non riuscì mai ad adeguarsi per tempo a proteggersi dai bombardamenti. Si parla perlopiù di alcune gallerie e grotte, costringendo dunque i civili ad arrangiarsi come potevano.
Proprio per questo motivo, il bunker nascosto è un ritrovamento eccezionale. Si pensa infatti che non riportò nessun danno. E soprattutto che sia nato per una geniale intuizione di un gruppo di cittadini. Cosa che purtroppo non si poteva dire di molti edifici della città, come i siti UNESCO che si trovano in città: le chiese del centro storico e l’ospedale Convitto Nazionale.