Il pandoro più buono d’Italia si trova qui: è artigianale, soffice, fragrante e sbarca persino a New York.
Tempo di Natale, tempo di pandoro! Questa prelibatezza tipica del periodo delle feste non può di certo mancare nelle nostre tavole a Natale. Nell’eterna sfida tra pandoro e panettone poi sembrerebbe, anche se per poco, avere sempre avere la meglio. In fondo come si fa a resistere a quelle soffici fette abbellite da spolverate di zucchero a velo?
Se anche voi appartenete al team pandoro, allora non potete non assaggiare il più buono d’Italia. Ecco svelato dove si trova!
Il pandoro più buono d’Italia si trova a Vicenza
A confermarlo è Gambero Rosso: il pandoro più buono d’Italia si trova a Vicenza, sui banconi della storica pasticceria Olivieri 1882. Una specialità assoluta, a dir poco unica e squisita a tal punto da sbarcare persino a New York.
Il segreto della sua bontà? La ricetta, frutto di un lavoro e di una sperimentazione lunghi ben cinque anni. Alla fine però l’obiettivo è stato centrato alla grande e il prodotto che ne è venuto fuori è una vera e propria opera d’arte culinaria.
Gli ingredienti della sua ricetta sono semplici, ma di eccellente qualità: limoni canditi, tanto e buon burro di origine belga e zucchero di canna sono i principali. È poi la maestria delle mani degli esperti artigiani a dare vita a questa eccellenza, dall’impasto consistente, ma digeribile, buono, ma mai banale. Insomma, un pandoro con carattere!
Gli altri pandori più buoni d’Italia da non perdere
Ovviamente veronesi e veneti hanno il primato visto e considerato che sfornano queste delizie artigianali da praticamente sempre. Ma anche altre città d’Italia sembrerebbero produrre degli ottimi pandori, fatti con amore e con ingredienti buoni.
A Frosinone, la pasticceria Dolcemascolo ne produce di eccellenti e artigianali, fatti con ingredienti naturali e lievito madre.
Spostandoci a Verona, la Dolce Locanda è la casa di un’altra prelibatezza. Si tratta di un pandoro profumatissimo, fragrante e soffice con circa il 20 per cento in meno di zucchero.
A Pordenone, il pandoro è il cavallo di battaglia del maestro fornaio Antonio Follador: un dolce fatto seguendo la ricetta della tradizione e lasciato a lievitare molto lentamente.
E ancora, la Pasticceria Besuschio a Milano. Da generazioni questo dolce natalizio viene qui preparato prestando molta attenzione alla selezione scrupolosa della materia prima e al tempo di lievitazione.
La storia del pandoro in breve
La patria del pandoro è Verona. Qui nel 1884 il pasticcere Domenico Melegatti presentò il brevetto di un nuovo dolce natalizio. La ricetta prese ispirazione da un’antica tradizione veronese. La sera della vigilia di Natale, le donne erano solite riunirsi per impastare il Levà, un dolce lievitato ricoperto di zucchero e granella di mandorla.
Melegatti prese il Levà come punto di partenza per il suo dolce, eliminò la granella di zucchero e aggiunse uova e burro rendendo così l’impasto più soffice.
Il merito della forma, invece, si deve al pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca, il quale lo disegnò a forma di piramide tronca con otto punte. Il pandoro era così stato inventato!
Da allora divenne presto un dolce tanto apprezzato fino a contendersi ancora oggi il primato di dolce natalizio con il panettone di origine milanese.