Il lago delle fate esiste davvero ed è nel nostro paese: grandi e piccini lo adoreranno

Nel cuore di una regione italiana, a 1300 metri di altezza, c’è un luogo dall’atmosfera incantata che grandi e piccini adoreranno: “Il lago delle fate”.

Lago delle fate
Lago delle fate – viaggi.nanopress.it

Visitare il Piemonte e le sue zone verdi significa anche perdersi tra i suoi laghi, ce ne sono almeno una decina di imperdibili e famosi a partire dal celebre Lago Maggiore. In Val Quarazza in particolare ne troverete uno che ammalia da sempre visitatori di tutte le età, per la sua bellezza e per le leggende che si narrano attorno alla sua storia.

Il lago Macugnaga

Un luogo magico a 1330 metri di altezza incastonato nelle meraviglie della Val Quarazza. Il lago Macugnaga, nell’omonimo paesino in provincia di Verbania è uno dei laghi più suggestivi del Piemonte sebbene forse non il più celebre. Si tratta di un bacino artificiale, è stato creato dallo sbarramento del torrente Quarazza per produrre energia elettrica.

Questo non altera assolutamente la bellezza del luogo. Osservandolo si potrebbe pensare sia un lago naturale che da sempre arricchisce il paesaggio. Il cammino per raggiungerlo è facilmente percorribile e per questo ritenuto meta ideale per escursioni con grandi e piccini.

Perché “Lago delle fate”

A renderlo una meta ancor più suggestiva è la leggenda che si narra attorno alla sua storia. Il nome “lago delle fate” nasce da una credenza popolare che vorrebbe il merito delle sue acque meravigliose ad alcune fatine che abitano questa zona.

A pochi passi dal lago si trova infatti la miniera della Guia, che ospiterebbe degli gnomi minatori che ogni notte cercano oro. Questo verrebbe donato alle fate in cambio di marmellate di more e mirtilli di cui sono particolarmente ghiotti.

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Gut Viarghini – viaggi.nanopress.it

A loro volta le fatine userebbero l’oro per ricamare i loro vestiti e con la polvere da esso ricavata lascerebbero scintillare le acque del lago alla luce del sole. Ad arricchire il mito è la presenza nel perimetro del bacino di alcune statuette di gnomi. Sono proprio le raffigurazioni dei ‘Gut Viarghini‘, gli gnomi minatori che si immobilizzano trasformandosi in statue al sentire i passi dei visitatori.

Come arrivare

Per raggiungere il lago è possibile partire dal centro abitato di Macugnaga percorrendo il Grande Sentiero Walser del Monte Rosa. Altrimenti è possibile raggiungere in auto la frazione di Isella seguendo la strada sterrata GTA e da lì percorrere il percorso con le indicazioni “lago delle fate via percorso vita”.

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Isella – viaggi.nanopress.it

Nelle vicinanze è tuttora possibile visitare la miniera della Guia che risulta aperta al pubblico. Entrambi i percorsi permettono comunque di godere della bellezza dei paesaggi della maestosa Val Quarazza.

Visitare il lago

Il periodo migliore per una gita è naturalmente durante la bella stagione da maggio ad ottobre. Lasciate a casa i costumi perché le acque non sono balneabili, ma per rendere più piacevole la permanenza la riva è stata attrezzata. Troverete infatti piccole spiaggette e prati e due ristoranti il Lanti e l’Alpino. Entrambi consentono di poter organizzare dei picnic o di fermarsi per una pausa pranzo e/o merenda. Durante la stagione estiva a disposizione anche sdraio e lettini per degustare in relax i celebri dolci della zona.

La Val Quarazza

Il lago delle fate si trova incastonato in una delle zone più suggestive della Valle Anzasca, la Val Quarazza. Proseguendo oltre il bacino per circa venti minuti a piedi è possibile visitare anche la ‘città morta‘ di Crocette.

Abbandonato nel 1953, è un piccolo villaggio di minatori: è ancora possibile vedere le vasche dove venivano trattati i materiali auriferi. Nel 1983 vi è stato aggiunta una struttura in cemento armato utilizzata per lo stoccaggio di materie tossiche.

lago delle fate mucugnaga
Lago delle fate – viaggi.nanopress.it

L’area infatti è sottoposta a bonifica ambientale pertanto è interdetto il campeggio e la raccolta di funghi. Oltre Crocette inoltre troviamo vari alpeggi come l’Alpe Prelobia e l’Alpe Quarazzola. Molti concludono l’escursione arrivando fino a Carcoforo e al Passo del Turlo: da qui è possibile ammirare il Corno di Faller e discendere poi in Valsesia.

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