Hanno scoperto impronte di ben 200 mila anni fa: è la prima arte rupestre

Non finiscono mai di stupirci le continue scoperte archeologiche in giro per il mondo. Questa volta hanno scoperto impronte di ben 200.000 anni fa: secondo gli studiosi sarebbero la prima arte rupestre.

Archeologa e antica arte rupestre
Archeologa e antica arte rupestre- viaggi.nanopress.it

Le pitture rupestri fin dalla loro prima scoperta già nel tardo ‘800, esercitano grande fascino sia nei normali cittadini che negli appassionati studiosi. Sono spesso oggetto di grandi speculazioni e controversie, soprattutto per quel che riguarda l’attribuzione di una loro datazione certa. È di qualche giorno fa la scoperta di nuove impronte antichissime, scopriamo insieme dove si trovano.

Scoperto impronte di ben 200 mila anni fa

Esempi di questo tipo di arte si trovano in gran parte in Europa, Francia ed Italia su tutte, sebbene di scoperta più recente siano pitture trovate anche in altre parti del mondo, come accaduto in Indonesia.

L’arte rupestre si colloca a partire dal periodo del Paleolitico, sebbene sui metodi di datazione gli studiosi incorrono spesso in controversie legate ai materiali utilizzati per i rinvenimenti. Alcuni tipi di tecniche potrebbero infatti falsare i reperti, spingendo a collocarli in maniera errata nel tempo.

Di qualche giorno fa è la notizia di nuove impronte, risalenti pare a ben 200.00 mila anni fa. A guidare la spedizione, il professor David Zhang della Scuola di Geografia dell’Università di Guangzhou.

Un primo esempio di arte rupestre

L’incredibile scoperta è stata fatta in Tibet e precisamente nel villaggio di Quesang, circa 70 chilometri dalla città di Lhasa. L’equipe del professor Zhang ha rinvenuto alcune impronte di mani e piedi su un masso di travertino.

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Impronte rupestri rinvenute in Tibet – viaggi.nanopress.it

Da una prima analisi non vi sono dubbi: gli autori sono due bambini, di età probabilmente collocabile tra sette e dodici anni. Le impronte sono state lasciate intenzionalmente riferisce il team, questo è deducibile vista la disposizione sul masso.

Circa la datazione di questo reperto Zhang non ha dubbi: possono essere collocabili  tra 169.000 e 226.000 anni fa. Quindi decisamente molto prima di altre opere d’arte di questo tipo rinvenute in precedenza. L’equipe definisce questo ritrovamento come prima e più antica opera di arte rupestre.

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I rilievi sulle impronte in Tibet – viaggi.nanopress.it

I dettagli della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista “Science Bulletin”. Qui viene spiegato come mai le impronte non siano considerate casuali. “La disposizione delle impronte esclude si possano trattare di orme lasciate nell’atto di camminare – dichiara Tomas Urban, membro dell’equipe –  o avvenute in maniera accidentale, ovvero a causa di una caduta. Sono state lasciate in maniera attenta, quindi ci fa pensare sia stata una scelta sistemarle in questa maniera”.

Le impronte di 200 mila anni fa, gli autori

Trovata una collocazione storica è ora oggetto di dibattito capire a quale specie esattamente attribuirle. Secondo il professor Zhang potrebbe trattarsi di Homo Sapiens. Molto più probabile si possa trattare di Neanderthal o di Denisoviani.

Si tratta di ominidi preistorici vissuti nella Siberia Meridionale. In passato infatti erano già stati rinvenuti resti dell’Homo di Denisova in un altopiano tibetano.

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Homo di Denisova – viaggi.nanopress.it

La scoperta è inoltre curiosa poiché non è stata fatta come avviene di solito in una grotta, bensì su di una pietra di una sorgente termale. Si è conservata così per anni a 4000 metri di altitudine. Il tipo di roccia è calcarea e probabilmente adatta a questo tipo di arte perché ammorbidita dal calore geotermico.

Le pitture rupestri normalmente ritraggono animali, bisonti, buoi, talvolta graffiti. Le impronte di mani sono altrettanto comuni. Alcuni esempi sono stati riscontrati ad esempio in Patagonia o in Spagna nella grotta di El Castillo.

In Europa, i siti più importanti in cui trovare esempi di arte rupestre sono senza dubbio quello di Lascaux, Lussac les Chateaux, Font de Gaume in Francia. In Italia Bellegra e Levanzo, ma anche Porto Badisco e Cordo per quel che riguarda esempi di pittura del post Paleolitico.

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