Un reperto del III secolo è stato riportato alla luce e per gli esperti rappresenta un importantissimo ritrovamento. Ecco di cosa si tratta.
Ci sono tantissimi reperti che fanno parte di epoche passate e che rappresentano qualcosa di veramente importante per la storia dell’uomo. E di alcune civiltà in particolare che quando vengono rinvenuti lasciano senza parole gli esperti.
Per far si che questi reperti vengano scoperti, spesso, vengono accettate alcune spedizioni e avviati dei lavori. Al fine di rendere un sito archeologico una qualsiasi area che secondo gli studiosi in materia, potrebbe contenere degli oggetti o dei manufatti di interesse archeologico.
Un reperto risalente al III secolo è emerso dopo una ricerca
Grazie agli scavi e alle ricerche sott’acqua, abbiamo avuto modo, nel corso della storia, di ritrovare tantissimi oggetti e monumenti che non sarebbero stati ritrovati. E che oggi rappresentano dei veri e propri gioielli per l’umanità.
Per questo motivo, quando per puro caso, a seguito di lavori di ristrutturazione o di costruzione di nuove strade emergono elementi che fanno parte di epoche passate, diventa un momento di gioia per gli addetti ai lavori.
Qualora accada, il posto in questione deve essere visitato dal Sovraintendente con l’aiuto di alcuni esperti archeologi del luogo. Che dopo aver verificato che il ritrovamento ha un interesse storico e culturale, decidono di avviare ulteriori ricerche sul sito d’interesse.
Una volta che tutto quello che c’era da ricercare viene ritrovato e constatato che il sito archeologico non presenta altri reperti, questo viene chiuso e riconsegnato alla ditta che si occupa della ristrutturazione o della costruzione della strada che si stava creando.
L’importanza del ritrovamento fatto dagli esperti
Una nuova scoperta, è stata considerata molto importante da parte dei ricercatori per via dell’importanza della sua provenienza che risale al III secolo, a circa 1800 anni fa, e rappresenta qualcosa di veramente unico.
Presso le rovine di Nishi-Iwata, nella prefettura di Osaka, in Giappone, gli archeologi, hanno ritrovato un manufatto che sembra appartenere a feste agricole che venivano svolte dalle potenze dell’epoca.
Questo manufatto, altro non è che una maschera di legno, creata da un albero di cedro. Che presenta due fori per gli occhi ed uno per la bocca e un altro che serviva per mantenere la maschera sul viso grazie ad un filo.
Il reperto, risalente al III secolo, è stato ritrovato accanto ad un pezzo di un secchio di legno. E ad un oggetto simile ad una zappa che si è presentato bruciato e quindi non molto facile da individuare.
Secondo gli esperti, questa maschera, potrebbe risalire all’era Yayoi. E che rappresentasse lo spirito di una testa, che si credeva fosse un dio con le sembianze di un essere umano. E che molto probabilmente apparteneva l’autorità di Okimi.
Grazie a questo ritrovamento, la maschera verrà esposta presso il Museo della cultura Yayoi di Izumi, nella prefettura di Osaka, dal 29 aprile al 7 maggio. E successivamente si penserà dove collocarla per poter essere ammirata dai visitatori e dai cittadini.