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Nel comune di Gubbio si terrà la Corsa dei Ceri anche nel 2013, come ogni anno da ormai molti secoli: questa sentita festa popolare ha infatti tradizioni che si perdono nei secoli quando ancora, prima del ‘500, i ceri erano costruiti, come suggerito dal loro nome, proprio in cera. A partire da allora invece, i monumentali manufatti sono costruiti in legno, e sono alti circa 4 metri per un peso di 300 chilogrammi: i ceraioli, scelti fra i cittadini di Gubbio, hanno l’arduo compito di trasportarli a spalla, e di corsa, per le strette e ripide stradine medievali del centro storico, in onore di Sant’Ubaldo, l’amato patrono della città che ogni anno si festeggia il 15 maggio. Ed è così che ha vita una delle feste più caratteristiche ed amate non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa, che oltre ai fedelissimi eugubini, richiama anche turisti e curiosi che accorrono a Gubbio anche da molto lontano per non perdersi lo spettacolo.
La città di Gubbio, del resto, è abituata ad essere al centro dell’attenzione anche per un’altra ragione: qui si trova l’albero di Natale più grande del mondo, riconosciuto dal Guinness dei Primati nel 1991. Ma torniamo alla nostra festa: ogni anno, all’alba della mattina del 15 maggio, Gubbio viene svegliata dal suono del Campanone, ossia la campana del Palazzo dei Consoli, che annuncia l’arrivo del giorno, tanto atteso per tutti gli abitanti, in cui in onore di Sant’Ubaldo correranno tre enormi ceri di legno, ognuno sormontato dalla statua di un santo: Sant’Ubaldo, Sant’Antonio da Padova e San Giorgio. Ed è proprio nella piazza del Palazzo dei Consoli, che verso le 11:30 di mattina si tiene uno dei momenti salienti e più emozionanti della festa, ossia l’Alzata dei Ceri: in piedi su una portantina che sovrasta la folla, per ogni cero c’è un Capodieci, ossia un rappresentante del proprio cero e responsabile del buon andamento della corsa. I tre Capodieci lanciano tra la folla un’anfora di ceramica detta brocca, e successivamente si danno una spinta in avanti per “fare da leva” e permettere all’enorme macchina di legno di alzarsi in verticale, ed è proprio così che la corsa viene inaugurata. Alle 18:00 in punto, dopo la benedizione del Vescovo, inizia la sfrenata corsa dei ceri per le vie cittadine tra un’immensa folla acclamante: i ceri sono tenuti pericolosamente in piedi dai coraggiosi ceraioli, i quali si danno il cambio al volo in operazioni chiamate mute; dopo tre soste, e dopo aver superato l’ultimo ostacolo, ossia un tratto interamente in salita, si arriva finalmente in cima al Monte Ingino, dove si trova la Basilica di Sant’Ubaldo.
Come tutte le feste popolari, anche la Corsa dei Ceri di Gubbio è carica di significati e di simboli: per esempio, i ceraioli possono appartenere ad un solo cero, per scelta personale o per tradizione familiare, e vengono scelti tra gli uomini delle famiglie eugubine. La divisa del ceraiolo è la stessa per tutti e tre i ceri, ma i colori cambiano, infatti i ceraioli di Sant’Ubaldo hanno la camicia gialla, quelli di San Giorgio hanno la camicia azzurra, e quelli di Sant’Antonio da Padova hanno la camicia nera, mentre tutti sono accomunati da un foulard rosso e pantaloni bianchi. Storicamente inoltre, al cero di Sant’Ubaldo sono legate le corporazioni dei muratori e degli scalpellini, a quello di San Giorgio la corporazione dei commercianti, e a Sant’Antonio quelle dei contadini, dei proprietari terrieri e degli studenti. Ogni anno, nelle settimane successive al 15 maggio, si tengono altre due corse per i più piccoli: quest’anno, la penultima domenica di maggio di terrà quella dei Ceri Mezzani, dedicata ai giovani, mentre il 2 giugno ci sarà la Festa dei Ceri Piccoli, dedicata ai bambini.
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