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Festività 2012 soppresse? Si torna a parlarne

Corpus Domini a Orvieto

Verranno soppresse le festività 2012? Forse, è possibile. O meglio, più che soppresse, le festività verranno accorpate alla domenica successiva, in modo da non perdere giorni lavorativi e incrementare il Pil del Paese, così mal ridotto.
Le conseguenze della crisi economica purtroppo sono anche queste: tra spread, borse, declassificazioni e dati Istat sempre più impietosi, si pensa di tutto pur di trovare una soluzione: anche lavorare di più e festeggiare meno. Ovviamente le polemiche sono scoppiate in men che non si dica, come ogni volta che la proposta è approdata in Parlamento.

L’ipotesi potrebbe essere discussa già nel prossimo Consiglio dei Ministri, dopo il vaglio dei quattro ministeri più importanti che stanno studiandone la fattibilità. All’esame delle festività accorpate era già passato anche il governo precedente a quello dei tecnici, che aveva proposto la soppressione delle festività religiose (conseguenza diretta: Pasquetta e S. Stefano a rischio, quindi crollo di chi parte in vacanza per il ponte, no? E infatti il Ministro per il turismo Gnudi si era schierato contro).

Ma l’Italia, si sa, è il paese dei mille campanili e per ognuno di questi c’è un santo patrono, una sagra, una processione religiosa, insomma un motivo per bloccare tutto e fare feste, sante messe, dolci tipici, cene pantagrueliche. In fondo, il bello della Penisola è anche questo, quel floklore che salta fuori con un fervore potentissimo (e, aggiungiamo, che richiama turisti e anche questo è un modo per far girare l’economia, signor Ministro).

Vi immaginate non festeggiare più Sant’Ambrogio a Milano l’8 dicembre? E San Gennaro a Napoli? E i Santi Pietro e Paolo a Roma (ma questa in realtà rientra nel Concordato insieme a Natale e Ferragosto, quindi non dovrebbe essere toccata)? Nel mirino potrebbero finire anche le feste laiche del 25 aprile e del 2 giugno.

D’altra parte, dice il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, lavorare di più potrebbe far lievitare il Pil di un punto percentuale: ma la Cgil e Cisl hanno già dato parere negativo. Si è fatto sentire anche l’Anpi, l’associazione dei partigiani schierata in difesare del 25 aprile: e c’è da giurare che anche prelati e cardinali faranno sentire presto la propria voce.
Nel frattempo, meglio optare per vacanze al mare economiche: visti i tempi, risparmiare è d’obbligo.

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