Emersa una strana creatura “aliena” negli abissi: gli studiosi ne sono ossessionati

Sta interessando moltissimo gli scienziati: emersa una strana creatura aliena negli abissi. Qualcosa di molto enigmatico, scopriamo di che si tratta.

Strana creatura aliena negli abissi
Strana creatura aliena negli abissi – viaggi.nanopress.it

Il mondo marino è ricco di tesori da scoprire, questo è un fatto. Gli scienziati sono impegnati ogni giorno con indagini, ricerche nelle profondità degli abissi, a volte impegnati a studiare nuove specie, altre nella cura dei dettagli su creature già note. Una branca di studio davvero affascinante ed in continua evoluzione. Merito anche dell’incredibile collaborazione tra istituti scientifici di tutto il pianeta, sempre pronti a scambiare dati e consentire osservazioni sulle specie conservate.

Emersa una strana creatura che ossessiona gli scienziati

La scoperta dal mondo ittico di oggi riguarda una specie davvero curiosa. Emersa una strana creatura che sta letteralmente lasciando gli scienziati senza parole.

Parlare di specie nuova non è esatto in realtà, perché si tratta di qualcosa di già noto agli studiosi, ma i dati emersi ora fanno riconsiderare quanto si credeva di conoscere su questa creatura “aliena” della quale forse si sente parlare molto poco.

Volgarmente indicate come “gelatine a pettine”, sono gli Ctenofori. Gli Ctenofori sono in realtà organismi molto affascinanti, ma a causa della loro delicatezza e complessità, sono ancora oggetto di studio da parte dei biologi marini. La loro unicità li rende assai interessanti per comprendere meglio l’evoluzione degli organismi marini.

emersa-una-strana-creatura
Emersa una strana creatura – viaggi.nanopress.it

Il nome deriva dal greco ktenos, dunque “pettine” e phoros, “che porta”. In parole povere si tratta di animali marini di tipo planctonico. Possono misurare da pochi millimetri a qualche centimetro. Di aspetto trasparente e quasi totalmente composti d’acqua, praticamente come meduse.

Dove li troviamo? In realtà sono diffusi ovunque negli oceani, grazie a delle piccole ciglia che li spingono con la corrente. Secondo gli esperti la loro origine è antichissima. Potrebbero essere originati anche 540 milioni di anni fa. Capirete dunque che per gli scienziati è molto interessante cercare di comprendere meglio che tipo di evoluzione abbiano affrontato per arrivare fino ad oggi.

L’evoluzione delle “gelatine a pettine”

A mettere un nuovo tassello su questa strana creatura è uno studio pubblicato sulla rivista di settore Science. Secondo quanto rilevato dagli scienziati questa specie definita aliena non è solo una “gelatina”.

In realtà sarebbero addirittura dotati di un sistema nervoso, e non di uno qualsiasi, ma addirittura mai evidenziato prima in nessun altro animale. A portare avanti la ricerca è la Oxford Brookes University in Inghilterra.

la-gelatina-pettine
La gelatina pettine – viaggi.nanopress.it

Quello che è certo ad oggi è che si tratti dunque di animali non dotati di cervello. Contengono però una rete nervosa che non utilizza sinapsi come sarebbe ovvio pensare, bensì una complessa rete di cellule fuse in una struttura dal nome tecnico di Sincizio.

La caratteristica dei neuroni fusi non è insolita in realtà, ma quella degli ctenofori è molto particolare. Bisogna dunque supporre che nel corso della loro evoluzione abbiano preso una piega diversa rispetto ad altre specie. Gli scienziati hanno esaminato una varietà chiamata Mnemiopsis Leidyi durante la sua prima fase di sviluppo.

Le ricerche dovranno dunque proseguire cercando di stabilire se anche nel corso della vita permanga questa curiosa caratteristica delle cellule fuse. E sia una caratteristica comune a tutte le varietà di ctenoforo o solo per quello preso in esame.

ctenoforo
Ctenoforo – viaggi.nanopress.it

Una teoria precedente sosteneva che alcuni organismi come questi si fossero semplificati a livello neurologico nel corso degli anni, una curiosa anomalia che però avviene in diverse specie. Questo potrebbe essere accaduto per adattarsi al loro stile di vita attuale, che prevede la fluttuazione. Gli ctenofori si spostano infatti semplicemente lasciandosi trasportare dalla corrente.

Per far questo evidentemente hanno dovuto attuare una semplificazione del loro sistema nervoso per potersi meglio adattare all’ambiente, rimanendo così fino ad oggi. Non resta che attendere ulteriori sviluppi sulla ricerca.

Impostazioni privacy