Esistono luoghi dove le tradizioni hanno l’aroma millenario di racconti che varcano i secoli e i continenti, dipanandosi tra commerci e modernità senza intaccare lo spirito originario di un popolo: come succede in borghi antichi quali l’italiano Triora, il paese delle streghe, il Messico in occasione di Halloween di veste di magia. Ecco come festeggiare Ognissanti a Città del Messico durante el Día de los Muertos.
Una delle feste messicane più caratteristiche riguarda le celebrazioni in occasione del Día de los Muertos, il Giorno dei Morti.
Nell’atmosfera di un’allegria generale e condivisa, le famiglie preparano dolcetti a forma di ossa o scheletri, portando fiori e ghirlande sulle tombe dei loro cari passati a migliori vita, mentre il cimitero diventa location di un Halloween dalle sfumature grottesche.
Secondo un’antica credenza messicana i defunti proprio durante la notte di Ognissanti hanno la possibilità di tornare per un esile frammento di tempo sulla terra, avvolti dalle tenebre del buio e riabbracciare i loro cari, partecipando ai ricchi banchetti che ancora oggi ogni famiglia prepara radunando amici e parenti al tavolo imbandito in previsione di lunghissime cene. Per questo ogni famiglia lascia spalancato il portone di casa, pronto ad accogliere l’arrivo dell’antico sposo, sorella, o amico.
Secondo la tradizione la sera del 31 ottobre è l’inizio del Giorno dei Bambini Morti, seguito dal primo giorno di novembre, il Giorno dei Morti Adulti: scheletri e teschi, che ricorrono spesso anche nella variopinta iconografia messicana, si ergono a mistico simbolo di questa giornata dove si scherza con la Morte, raffigurandola in una forma che ne allontani il brivido attraverso la risata e il colore.
La festa di Halloween venne introdotta in America dai primi immigranti irlandesi e scozzesi, tanto che Dublino resta uno dei luoghi più venati di mistero per festeggiare Halloween tra fate e l’alone di spettri antichi.
Gli irlandesi credevano che gli spiriti durante questa notte fossero di nuovo presenti e di qui nacque l’usanza di accendere ceri e candele, in una simbolica lotta tra la luce e le tenebre, un incontro giocato nella perpetuità dei sentimenti e nell’impossibilità della vicinanza tra vivi e defunti, nella drammatica appartenenza a due mondi differenti.
Non volendo rimanere soli di notte, gli irlandesi iniziarono la tradizione di andare di casa in casa, raccogliendo cibo per una festa della comunità.
Oggi Halloween trasforma Città del Messico e l’intero Messico in un onirico Día de los Muertos, dove le comunità si riuniscono, fanno festa e mescolano tradizioni cristiane ad antiche usanze precolombiane.
Se vi capiterà di essere nei dintorni di Città del Messico sicuramente assaggerete il pane dei morti, pan de muertos, ornato di fiori, frutta e zucchero colorato e i teschi di zucchero, calaveras che solitamente si regalano ad amici e parenti.
I fidanzati si giurano eterno amore davanti a bare di zucchero che si aprono a scatto su piccoli scheletri che portano il nome dell’amato, mentre il Messico intero, Paese surrealista per eccellenza, inizia a danzare sulle onde di un rituale dove la Vita prende per mano la Morte in una risata densa di paura e attrazione.
Rinasce lo spirito di Coatlicue, antica dea creatrice e distruttrice cui il popolo Azteco era devoto: madre Terra dispensatrice di vita e al tempo stesso divoratrice assetata del sangue degli uomini, in vista di un equilibrio universale necessario quanto fragile.
Memori del tragico tango di Vita e Morte, i messicani riportano alla vita gli spettri dei cari estinti, bevendo alla salute di un’esistenza che si rinnova all’ombra della signora dalla falce, mentre la festa assume i contorni di un rito secolare.
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