Eaglehawk Neck: viaggio all’inferno tra erosione e colonia penale

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Eaglehawk Neck è uno di quei paradisi terrestri dove, tra la rigogliosa vegetazione e le paradisiache spiagge, si nasconde un passato da inferno. La natura con la sua bellezza sembra aver cancellato i segni della barbarie umana eppure questo fazzoletto di terra, oggi meta di surfisti e amanti della natura, nasconde un passato orribile.

Eaglehawk Neck è un braccio di terra sottile che collega la Tasmania alla penisola Tasman. Un tempo famosa per una delle più tremende carceri della colonia inglese, oggi rappresenta una meta rilassante per chi vuole vivere un’esperienza diretta e a contatto con la natura. Una particolare erosione a trasformato il pavimento dell’isola in meta preferita dai geologi e amanti di questi rari fenomeni naturali. Il sale del mare insieme ai movimenti tettonici della crosta terreste hanno prodotto nel tempo questo pavimentazione a mosaico: una rete di rettangoli che corre lungo questo fazzoletto di terra fino a tuffarsi nelle onde fredde dell’oceano. Le stesse onde che un tempo impedivano la fuga ai condannati che venivano ospitati nella severa carcere di Port Arthur, famosa per le condanne e il sistema di tortura. Più di 3000 quelli che passarono in quest’inferno tra 1830 e il 1877. L’antica prigione adesso è un museo, ma la penisola è tornata a essere teatro di crimini: nel 1996 un giovane scelse proprio questo scenario, cosi noto per gli efferati crimini del passato, per mettere a segno il suo sogno criminale: uccise 35 persone e ne ferì altre 18. Per la serie, a volte ritornano!

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