È riapparsa dopo anni di assenza sulle coste della Patagonia argentina: vista proprio in acqua, gli scienziati hanno esultato.
Dopo anni di assenza, è riapparsa una specie che si credeva, nei fatti, estinta: ci riferiamo alla balenottera boreale che è stata vista – negli ultimi tempi – sulle coste argentine. Pensate che l’ultima volta che era stata avvistata era il lontano 1929. D’altronde, è una specie in via di estinzione che – di solito – si può vedere sulla costa della Patagonia argentina, nel Golfo di San Jorge, nella provincia di Chubut. Scopriamo, dunque, insieme che importanza ha tale avvistamento.
Dopo anni di assenza, la balenottera boreale è riapparsa sulle cost dell’Argentina
Le gigantesche balenottere boreali, scomparse dalle coste della Patagonia argentina un secolo fa a causa della caccia, stanno iniziando a riapparire, anche grazie alle azioni di tutela e protezione che sono state attuate nei confronti di questa specie in via di estinzione.
Negli anni ’20 e ’30, d’altronde, le navi baleniere – che si muovevano lungo le coste dell’Argentina, si accorsero che le popolazioni di tali animali iniziavano a diminuire. Negli ultimi 50 anni, però, i divieti imposti sulla caccia alle balene a fini commerciali, hanno permesso alla specie di ritornare nel proprio habitat naturale, dopo anni ed anni di assenza.
“Sono scomparse perché erano cacciate, non si sono estinte, ma erano così ridotte che nessuno le ha viste“, ha detto Mariano Coscarella, biologo e ricercatore in ecosistemi marini presso l’ente scientifico statale argentino CONICET.
Coscarella ha – poi – aggiunto che, in sostanza, ci sono voluti decenni prima che il numero delle balene si riprendesse abbastanza da permettere di avvistarle nuovamente, cosa che ha cominciato a verificarsi solo negli ultimi anni.
“In questo caso ci sono voluti più di 80 anni”, ha detto Coscarella. “Si riproducono ogni 2 o 3 anni e – quindi – ci sono voluti quasi 100 anni prima che avessero un numero apprezzabile affinché le persone si rendessero conto che erano lì”. Pertanto, si può considerare un vero e proprio miracolo, anche se – in verità – tale risultato dipende dalle politiche attuate per la tutela della specie.
La mappatura degli spostamenti degli animali
Il team ha lavorato per dotare alcune balenottere boreali di localizzatori satellitari per mappare i loro schemi migratori, grazie al finanziamento del progetto Pristine Seas del National Geographic. Hanno, dunque, registrato filmati da barche, droni e sott’acqua.
“Possiamo considerare questo un successo di conservazione su scala globale“, ha detto Coscarella, aggiungendo che la moratoria globale sulla caccia alle balene è stata fondamentale per il miglioramento dei numeri registrati. Ha sottolineato, inoltre, che i Paesi che si ritirano da questo accordo metterebbero a repentaglio la ripresa.
“Dopo la caccia che ha ridotto al minimo la popolazione delle balenottere boreali, quasi 100 anni dopo, questa popolazione ha iniziato a riprendersi e ora arrivano negli stessi posti in cui erano prima di essere cacciate“, ha concluso.