I treni, soprattutto da qualche anno a questa parte, sono divenuti sinonimo di velocità. Per alcune località, addirittura, si fa prima a raggiungerle con il treno che con l’aereo. Molto più comodo, dotato di comfort, una volta saliti sul treno non dobbiamo preoccuparci più di nulla se non di scendere alla nostra destinazione.
In Italia, però, c’è un treno che è il più lento non solo della penisola ma, forse, di tutta Europa. Uno di quei treni che nemmeno immagini che, però, giorno dopo giorno fa dannare i passeggeri ed il personale “costretto” a prestarvi servizio. La lentezza del treno, del resto, non è dovuta a lavori in corso sul percorso o a ritardi eccezionali che si verificano una tantum. Il treno più lento d’Italia le sue tredici ore e otto minuti di percorso, per raggiungere la destinazione, le ha scritte proprio sul tabellone, sono la norma.
Un treno che impiega più di tredici ore, per raggiungere la sua destinazione, farebbe pensare, visti i tempi odierni e le moderne tecnologie, ad un viaggio intercontinentale. Ebbene niente di tutto questo. Il locomotore in questione viaggia da capoluogo a capoluogo senza nemmeno lasciare la sua regione. Si tratta, infatti, del famigerato Regionale 21882 che, in Sicilia, viaggia da Trapani a Ragusa.
Un viaggio costernato di maledizioni sia per i passeggeri che per il personale di servizio. La lumaca è una littorina Fiat 668, in attività da 43 anni, con la capacità di portare a bordo circa un centinaio di passeggeri e con solo 66 posti a sedere. Un viaggio che parte all’alba per concludersi al tramonto. In auto da Trapani a Ragusa ci vogliono poco più di tre ore. Con il Regionale 21882 le persone salgono a bordo intorno alle 7 di mattina a Trapani per arrivare intorno alle 20 di sera a Ragusa. Il viaggio, però, non è di quelli turistici dai quali ammirare stupendi panorami fuori dai finestrini, oppure godersi una esperienza culinaria a bordo con tutti i comfort.
Il viaggio è di quelli dannati che maledici ad ogni cambio, ad ogni fermata. Eh si perché il 21882 necessita di 4 cambi per portare a compimento la propria tratta. Ci sono ben 47 fermate da dover subire durante il tragitto, fermate in stazioni fatiscenti, praticamente abbandonate da anni in mezzo al nulla. L’esperienza di chi prende questo treno, insomma, è di quelle da dimenticare, si tratta di un autentico pezzo da museo e non certo del treno più bello d’Italia che, però, presta ancora il suo onorato servizio.
Quando la littorina Fiat entrò in funzione, almeno 43 anni orsono, le cose e, soprattutto i tempi, erano diverse. Un bel giorno, però, purtroppo, la linea ufficiale franò e, nonostante, i proclami delle FS che rassicuravano tutti sulla velocità dei lavori, la linea oggi non è ancora ripristinata, dopo circa dieci anni, ed il 21882 è costretto suo malgrado e, soprattutto, dei passeggeri, a fare il giro largo: tredici ore e otto minuti.
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