È il vulcano più pericoloso in Italia: ecco di quale formazione vulcanica si tratta e 3 milioni di persone vivono nelle sue vicinanze.
Montagne apparentemente quiete che possono trasformarsi in vulcani attivi e pericolosi. Si tratta di bombe ad orologeria che potrebbero “scoppiare” da un momento all’altro. In Italia c’è il vulcano più pericoloso e tre milioni di persone vivono nelle sue vicinanze. Da sempre i vulcani sono dei monumenti che affascinano e attraggono l’attenzione dei turisti, ma al contempo rappresentano una seria minaccia ed incutono terrore. Per questo, i geologi monitorano costantemente l’attività dei vulcani.
Vulcano più pericoloso in Italia: ecco di quale si tratta
C’è uno stratovulcano attivo nell’Europa continentale, in particolare, in Italia, in Campania: stiamo parlando del Vesuvio, che è stato definito come uno dei vulcani più pericolosi al mondo. La sua posizione dominante sul Golfo di Napoli lo rendono l’emblema della città partenopea.
Apparentemente sembra un gigante “buono”, un enorme massa rocciosa che potrebbe esplodere da un momento all’altro. Per questo, i vulcanologi monitorano costantemente l’attività del Vesuvio e, nelle immediate vicinanze, vivono oltre 3 milioni di persone.
Vesuvio: perché è un vulcano esplosivo?
Il Vesuvio è uno stratovulcano esplosivo, la cui ultima eruzione ebbe luogo nel 1944. Da allora non si sono più verificate altre eruzioni e oggi è un vulcano quiescente. Il vulcano partenopeo è situato all’interno di una caldera di circa quattro chilometri di diametro. Il Vesuvio è classificato come “vulcano a recinto”.
Oltre 40.000 anni fa avvenne l’eruzione dell’ignimbrite campana e nel 79 d.C. avvenne l’eruzione che modificò la morfologia dello stratovulcano. Questa violenta eruzione ha provocato la distruzione di Pompei, Stabia e di Ercolano, che sono rimaste sepolte sotto strati di pomici.
Vesuvio: si risveglierà? Cosa accadrà?
Il fatto che lo stratovulcano campano sia situato in una delle zone più popolate accentua e conferma la pericolosità del Vesuvio a livello mondiale. Le sue eruzioni sono estremamente violente e devastanti: può distruggere tutto nel raggio di chilometri. Lo stesso Giacomo Leopardi dedicò al Vesuvio il poemetto lirico “La Ginestra”, che si apre con la descrizione dell’eruzione nel 79 d.C. che seminò morte e distruzione dove un tempo regnavano ville e giardini sontuosi.
Cosa accadrebbe se il Vesuvio si risvegliasse da un momento all’altro? I vulcanologi lo definiscono come una “bomba ad orologeria” e la situazione non sarebbe delle più rosee dato che alle pendici del Vesuvio abitano più di 3 milioni di residenti. Secondo gli esperti sarà come se esplodesse una bomba atomica: fumo e cenere sarebbero gettati per km e km nell’aria ed il calore così incandescente sarà in grado di carbonizzare ogni persona all’istante. Lo scenario ipotizzato è davvero apocalittico.
Oltre alla cenere, alla lava ed ai lapilli, il Vesuvio innescherà una serie di inondazioni e di tempeste elettriche. Per scongiurare il peggio, le autorità hanno già predisposto un piano di evacuazione da attuare nelle 72 ore precedenti il risveglio dello stratovulcano. Gli effetti ambientali ed economici legati al risveglio del Vesuvio avranno un impatto a livello mondiale.