Un’alga infestante ha fatto la sua comparsa nelle acque del Mediterraneo, gli esperti sono preoccupati per la salute dell’ecosistema marino.
Arriva direttamente dall’Oceano Pacifico. E’ una specie diffusa, in particolare, in Asia. Si è, poi, spostata sulle coste della Spagna e della Francia, ma da qualche tempo ha invaso le acque del golfo di Palermo. Il suo nome scientifico è Rugulopteryx Okamurae.
Nel Pacifico questo tipo di alga non è dannosa. Riesce ad integrarsi perfettamente con l’ecosistema senza creare nessun tipo di problema. Per i mari europei il discorso è diverso. E’ arrivata in Europa, molto probabilmente, con le acque di zavorra delle navi.
Dal 2016, quando furono ritrovate in notevole quantità nelle acque dello Stretto di Gibilterra, iniziarono a diffondersi in maniera preoccupante anche nel Mediterraneo. La questione principale che preoccupa gli esperti è, che, quest’alga è in grado di distruggere le altre specie.
Per il momento le coste interessate dalla presenza di questa alga solo quelle palermitane. Sembra però, sempre secondo gli esperti, che l’alga non abbia intenzione di fermarsi in Sicilia. E i danni che potrebbe causare non presentano un pericolo solo per l’ecosistema marino, ma anche per il turismo.
Barriera di Posidonia
La caratteristica di questa alga, infatti, è quella che si diffonde nelle acque a partire dalla superficie fino a 50 metri di profondità e, quindi, può creare dei fastidi ai turisti che si immergono in quelle acque. Inizialmente la si era trovata nella zona di Santa Flavia.
Un comune a una ventina di chilometri da Palermo dove si trova la barriera di Posidonia. Una barriera naturale che si è venuta a formare in questi ultimi 1500 anni. Sembrava si trattasse di un’alga autoctona, ma studiandola bene, alcuni ricercatori universitari hanno verificato che si trattava della macro alga invasiva.
E ed è stata anche l’unica alga che l’Unione europea ha incluso nell’elenco delle specie aliene invasive. Gli Stati membri hanno deciso infatti di richiedere un intervento immediato per evitare i gravi effetti negativi che potrebbe avere sugli ecosistemi marini europei.
La preoccupazione della Comunità Europea è, sì, per i danni ai mari, ma anche per ciò che quest’alga potrebbe provocare a livello socio – economico. Potrebbe portare infatti ad una perdita di molti milioni di euro nel comparto turistico.
Minaccia agli ecosistemi marini e al turismo
Secondo i ricercatori DiSTeM, Dipartimento di Scienze della terra e del mare dell’università di Palermo, questa macro alga è una minaccia per la biodiversità e gli ecosistemi presenti negli habitat del Mar Mediterraneo.
Il lato positivo è la ricerca che alcuni studiosi stanno conducendo. Sembrerebbe, infatti, che le alghe brune, come la Rugulopteryx Okamurae, potrebbero essere utilizzate per la produzione di prodotti ad alto valore aggiunto.