Due tra i borghi inseriti tra “i più belli d’Italia” si trovano a mezz’ora da Milano, una gita tra la storia e l’arte da non perdere.
L’Associazione de “I borghi più belli d’Italia” ha, da poco, aggiunto altri sette nuovi comuni. Si tratta di un’organizzazione privata che ha come scopo quello di promuovere piccoli centri abitati che abbiano come caratteristica quella di avere la qualifica di “spiccato interesse storico e artistico”.
Nata nel 2001 con un centinaio di borghi riconosciuti per la loro importanza storica ed artistica, oggi ne conta 361. I centri abitati promossi hanno meno di 15mila abitanti. L’obiettivo è far conoscere queste piccole realtà che, altrimenti, andrebbero perdute.
Tra questi ci sono anche i due piccoli borghi che si trovano a una mezz’oretta da Milano. Il primo è Morimondo. Il suo nome prende origine dall’Abbazia cistercense. Costruita nel 1100, recentemente è stata oggetto di un importante restauro.
E’ anche l’edificio storico più importante del borgo, insieme alle 14 cascine alcune delle quali vennero fondate dai frati cistercensi. Come, per esempio, Fiorentina, Monte Oliveto, Fallavecchia, Coronate, Basiano, Ticinello.
Le altre, convertite in agriturismi, ospitano le proiezioni della rassegna “Cinema in Cascina”. Altre ancora producono il cotechino, il riso e allevano mucche. Era conosciuto come Coronate fino al 1871, il quale oggi è una frazione separata.
Borgo immerso nel Parco Regionale della Valle del Ticino. L’altro borgo degno di nota è Cassinetta di Lugagnago conosciuto anche come il borgo delle “ville di delizia”. Il Borgo nasce dall’unione tra Cassinetta e Lugagnano.
È situato fra le due rive del Naviglio Grande. I due borghi sono collegati tra di loro da un “ponte a schiena d’asino”. Conosciuto anche per le ville di edilizia. Si tratta di residenze estive un tempo abitate dai nobili costruite sul Naviglio nel ‘700.
Luogo di incontro delle famiglie milanesi più importanti del tempo come i Visconti, i Castiglioni, i Parravicini e i Trivulzio e i Mantegazza. Degna denota e sicuramente anche la chiesa di origine quattrocentesca di Santa Maria Nascente e Sant’Antonio Abate, riportata alla vita nel ‘700.
Le origini del borgo sono ancora oggi del tutto incerte. Il suo nome compare però per la prima volta in un testamento dell’arcidiacono Pacifico del settembre dell’844. Oggi è una frazione del Comune di Sona e della più popolosa.
Un tempo diviso, amministrativamente, in quattro comuni, negli anni ’70 ridefinì i confini in modo da formare un solo comune. Nel 1974 venne presentata la proposta di legge e la Presidenza del Consiglio Regionale indisse un referendum popolare.
Ad ottobre dello stesso anno la popolazione votò a favore dell’unificazione dei comuni in un unico comune quello di Sona. Oggi è una delle frazioni più popolose e questo è dovuto probabilmente alla sua vicinanza con la città.
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