Ecco quello che dopo 30 anni è stato scoperto nella foresta di Chernobyl. I numeri sono aumentati notevolmente.
Il 26 aprile 1986 è un giorno da ricordare per quello che è accaduto nell’Unione Sovietica. Il disastro di Chernobyl è uno degli incidenti nucleari che ha visto coinvolta l’esplosione del più avanzato dei 4 reattori della centrale. Le conseguenze sono state notevoli e nonostante siano passati decenni è ancora difficile quantificare i morti.
Si tratta dell’incidente nucleare più grave mai successo. Le esposizioni in realtà furono due e furono devastanti. Avvennero nella notte durante un test di sicurezza dove si decise di utilizzare un’energia minima inferiore a quella prevista. E così lo scoppio che fu davvero terribile.
Ancora oggi si cerca di capire. Ed infatti un gruppo di scienziati ha deciso di avviare un progetto proprio qui. Di seguito, nel prossimo paragrafo, lo andiamo a vedere nel dettaglio analizzando quello che oggi c’è nella foresta di Chernobyl. Trovi tutto lo studio qui di sotto.
Ecco cosa c’è nella foresta di Chernobyl
Come abbiamo detto, il 26 aprile 1986, si è verificato questo incidente e da allora enormi territori intorno a quella stazione sono diventati zone di esclusione. Recentemente però degli scienziati hanno lanciato un progetto con un obiettivo per preciso. Questo è quello di conoscere la fauna presente nella foresta di Chernobyl.
Si vuole cercare di fare il più possibile per la fauna di questo luogo completamente abbandonato. Pare infatti che la presenza di radiazioni colpisca molto di più il mondo umano in quanto la fauna rappresentata in questa zona non è disastrosa. E questi non sono stati osservati per più di un secolo.
Ci sono però dei risultati intermedi sul progetto iniziato che terminerà entro la fine dell’anno. I risultati confermano che negli ultimi 30 anni il numero di animali nella zona di esclusione è aumentato notevolmente e questo di fatto significa che le radiazioni non hanno un effetto così dannoso sulla fauna come sugli uomini.
Gli scienziati hanno monitorato le popolazioni animali seguendo le impronte nella neve appena caduta. A novembre dello scorso anno sono state installate 42 telecamere nella parte di zona dell’Ucraina. Queste hanno permesso di scoprire molto. Lo studio infatti ha individuato un numero considerevole di cinghiali, lupi, caprioli e volpi.
Inoltre in queste zone sono state trovate alcune specie di animali rari che non apparivano in questi luoghi da parecchi anni. Tra queste le lince europea e l’orso bruno. Il professore dell’Università di Portsmouth, Jim Smith, ha affermato che questo incidente ha creato una sorta di specie di riserva naturale.
Con questo però il professore non intende dire che le radiazioni facciano bene. La mancanza di influenza umana però ha permesso di aumentare la popolazione animale. Qui sono riusciti persino a fotografare dei bisonti e dei cavalli di Przwalski. Lo studio rappresenta che l’essere umano è più malvagio delle radiazioni.