I delfini sono tra gli animali del mare che più interagiscono con gli esseri umani. Non sono rari i casi di imbarcazioni che vengono seguite da questi cetacei che regalano, spesso, spettacoli esclusivi fatti di volteggi e salti. Sono, infatti, sempre più frequenti gli avvistamenti nel Mediterraneo e anche nell’Adriatico. È pur vero, però, che l’uomo è chiamato tutelare anche questa specie marina. Un impegno che assume con vare iniziative, tra le altre con un progetto: Delfini Metropolitani Adriatico.
Lo studio, concentrato sulla costa romagnola, si propone di monitorare questi cetacei e in particolare il Tursiope che popola l’Adriatico settentrionale. Un impegno possibile grazie al lavoro degli esperti dell’Acquario di Cattolica e Oltremare, nell’ambito del progetto di ricerca ‘Promed’ che nel valutare le condizioni di questi animali, vuole studiarne anche il comportamento. Una raccolta dati da esaminare per stabilire quali sono le condizioni di vivibilità dei delfini in questo tratto di mare.
Quali sono gli elementi di disturbo per la qualità dell’habitat marino
Ad incidere sulla qualità dell’habitat di questi animali e non solo ci sono diversi elementi di disturbo: le attività umane e il cambiamento climatico. Le indagini sono mirate a verificare anche se e in che misura si tratta di condizioni che vanno a turbare la vita dei delfini, dei quali viene studiata anche l’area di interesse e le caratteristiche che presenta.
L’area di interesse dei ricercatori
Lo specchio acqueo che interessa questo progetto si estende per circa 25 miglia nautiche, nelle zone comprese tra Cervia e Senigallia. Quelle stesse località che sono oggetto di pesca a strascico e di estrazione, ma che , d’altro canto, vengono ritenute ideali per questi cetacei. Lo studio si svolge tramite foto-identificazione, strumento che permette ai ricercatori di individuarne la posizione, seguirne gli spostamenti e studiarne il comportamento.
La raccolta dati e il confronto con altri organismi
Un impegno che comporta una raccolta dati che verranno condivisi e confrontati tramite Intercet, piattaforma gestita dalla Fondazione Acquario di Genova. Insieme al raffronto con altri ricercatori scientifici che operano nel Mar Mediterraneo, si arriverà a tracciare un quadro più chiaro e definito delle abitudini dei Tursiopi e non solo relativamente al Mar Adriatico. Tutto questo al fine di tutelare la specie, ma anche la biodiversità marina.
Un’attività di ricerca e scambio tra studiosi e organismi che operano nel settore che vuole essere finalizzata alla salvaguardia del mare in tutti i suoi aspetti, garantendone la salute, alla luce dell’eventuale ingerenza dell’uomo e soprattutto del cambiamento climatico che si sta registrando